Aviano: picchia la madre. Bancaria in cella
AVIANO. Viola il divieto di dimora nel comune di Aviano. Dopo essere finita sotto inchiesta perché, secondo gli inquirenti, avrebbe insultato, minacciato e percosso l’anziana madre e il marito, la bancaria è stata arrestata ieri pomeriggio dai carabinieri della stazione di Aviano e portata al carcere femminile di Trieste.
Il Tribunale di Pordenone ha emesso, infatti, un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare già imposta alla donna.
Inizialmente, il 4 novembre, i carabinieri della stazione di Aviano le avevano notificato il divieto di dimora e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla madre e dal marito (la separazione è in corso e l’uomo vive a Pordenone).
La donna non avrebbe più potuto accedere al territorio avianese senza l’autorizzazione del giudice.
L’impiegata di banca, tuttavia, risiede ad Aviano in un appartamento in comodato d’uso di proprietà della madre (dove però ci sono problemi con alcuni vicini) e si sta costruendo una casa nuova dove andare ad abitare, sempre nello stesso comune.
L’anziana madre abita in una terza dimora. Dalla ricezione della notifica l’indagata non è riuscita a trovare un’altra sistemazione.
L’avvocato Carla Panizzi, che difende la donna, aveva chiesto un’attenuazione della misura cautelare, ma il giudice ha ritenuto la richiesta inammissibile.
Secondo gli inquirenti (l’inchiesta è coordinata dal pm Marco Brusegan), la donna avrebbe reiterato condotte violente, minacciose e vessatorie, assimilabili all’ipotesi di reato di stalking, aggredendo e minacciando i congiunti e in particolare l’anziana madre.
Nella ricostruzione degli inquirenti, la quarantenne avianese avrebbe brandito utensili da cucina, arrivando a minacciarla di morte.
Diversa la ricostruzione fornita dalla difesa della donna, che attende il processo per poter fare chiarezza sui contorni della vicenda.
Il rapporto burrascoso fra madre e figlia si inserirebbe in un contesto familiare conflittuale fra i due coniugi. La donna, ora detenuta in carcere, vive un momento di profonda crisi psicologica a seguito della separazione, ma non avrebbe mai voluto fare del male alla madre.
Quanto all’episodio degli utensili, la difesa ha specificato che li stava tenendo in mano, ma non avrebbe inteso utilizzarli contro la genitrice.
Ora la difesa intende ottenere la scarcerazione dell’indagata, proponendo una sistemazione per gli arresti domiciliari. La stessa madre dell’indagata, affranta per l’accaduto, si è attivata per trovare un alloggio che successivamente l’avvocato Panizzi sottoporrà all’attenzione del giudice.
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