Avvocato cividalese a New York: qui conta solo il merito

CIVIDALE. Ha scelto la strada della professione all’estero – e bene ha fatto: i risultati parlano da soli –, assecondando un impulso balenato già ai tempi del liceo, galeotto un anno di studio negli Usa – tramite i programmi di scambio interculturale –, che le fece cogliere «il peso attribuito dalla società americana al merito e all’intraprendenza individuale». Altro pianeta, insomma, rispetto al Belpaese.
Quell’esperienza segnò la via: oggi la cividalese Clara Flebus, già studentessa al liceo classico Paolo Diacono – laurea con lode in Scienze internazionali e diplomatiche, conseguita all’ateneo di Trieste, laurea in giurisprudenza (magna cum laude) alla State University di New York e master in International business regulation alla Nyu School of Law – è avvocato ammesso all’esercizio della pratica forense negli Stati di New York e New Jersey.
Specializzata in arbitrati e contenziosi internazionali, si occupa attualmente di controversie in diritto contrattuale e assicurativo in grado d’appello; organizza, contestualmente, corsi di aggiornamento sulle procedure della divisione commerciale del Tribunale dello Stato di New York, scrive articoli di settore ed è delegata della New York State Bar Association alla United Nations commission on international trade law: dirige un gruppo di lavoro composto da avvocati che si occupano di controversie fra parti di nazionalità differenti. Non bastasse, riveste il ruolo di arbitro alla Small Claims Court di Manhattan.
Carriera galoppante e prestigiosa, quindi: non per nulla se ne è interessato il Sole 24 Ore, che di recente ha riservato al Court attorney di origini friulane (a Cividale vivono la mamma, insegnante in pensione, e un fratello, il papà, medico, è mancato da alcuni anni) un ampio spazio.
«Un aspetto interessante della professione forense negli Stati Uniti – commenta l’avvocato Flebus – è la presenza di numerose associazioni nell’ambito delle quali è possibile svolgere (su base volontaria) varie attività, che consentono di eseguire approfondimenti in diversi campi. Al momento, per esempio, è in corso la predisposizione di programmi didattici destinati alle delegazioni di giudici stranieri che spesso approdano alle Corti di New York. Il progetto include pure la creazione di iniziative volte ad accrescere la conoscenza, da parte dei giudici statunitensi, dei principi del diritto estero».
Opportunità preziosa, conclude convinta Clara Flebus, l’esercizio della professione negli Usa («Mi ha permesso di intervenire in processi di grande rilievo, sia per la complessità delle questioni di diritto che per l’entità degli interessi economici in gioco»), dove – ribadisce – «la progressione della carriera è connessa, esclusivamente, a criteri meritocratici».
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