Azzano Decimo, il primo giorno da sindaco per Massimo Piccini: il commosso ringraziamento alla moglie e alle figlie

Molto emozionato, ha ringraziato il predecessore e anche il suo avversario. Gli occhi lucidi quando ha guardato la moglie e le figli sedute tra il pubblico

Massimo Pighin

AZZANO DECIMO. Si emoziona, quasi si commuove. Guarda tra il pubblico, cerca la moglie e le due figlie, subito dopo il suo sguardo si posa sulla sua squadra, le donne e gli uomini che per primi hanno creduto in lui, esortandolo a provarci.

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Massimo Piccini non si è limitato a tentare: è riuscito a diventare sindaco di Azzano Decimo, sostenuto da Azzano 33082 e Fratelli d’Italia. Ieri è stato il suo primo giorno nella nuova veste, una giornata iniziata con la proclamazione e la consegna delle chiavi del municipio e della fascia tricolore da parte del sindaco uscente, Marco Putto.

Sala consiliare gremita, politici, familiari, amici, cittadini: tutti erano lì per lui e per la sua squadra, chiamati a amministrare per i prossimi cinque anni uno dei Comuni più importanti del Friuli Venezia Giulia.

Pantaloni blu e camicia celeste, cravatta, occhiali da vista tenuti in mano prima di essere indossati: mentre la sala si riempie, Piccini gira in municipio. Lo conosce bene, ci è entrato la prima volta vent’anni fa come assessore della giunta guidata da Enzo Bortolotti, incarico ricoperto per dieci anni mentre gli ultimi dieci lo hanno visto capogruppo di opposizione con Azzano 33082. Da ieri tocca a lui, il suo momento è arrivato.

Se si riavvolge il nastro del percorso politico che ha affrontato, trova una spiegazione l’emozione che accompagna il suo esordio da sindaco. Un debutto caratterizzato dal fair play successivo a una battaglia, quella della campagna elettorale, in cui non sono mancati i toni ruvidi, anche se è giusto sottolineare che i candidati ai programmi hanno riservato un posto di rilievo.

«Sono molto emozionato – esordisce Piccini –, oltre a essere senza voce. Grazie a Marco, che è stato un ottimo sindaco, si è impegnato tantissimo: spero di essere all’altezza. Lo è stato assieme a Lorella Stefanutto (ex vicesindaco), che vedo qui, nello stesso modo in cui vedo Enrico (Guin, ndr), il quale si è battuto fino all’ultimo al ballottaggio: grazie per aver dato il meglio di te. Grazie anche a Bortolus, pure lui presente, così come a Panontin. Vi ringrazio tutti: la mia squadra, la mia famiglia. Non dico altro perché vorrei citare persone che non ci sono più, ma se lo facessi non andrei più avanti. Cercheremo di dare il massimo».

Si diceva dei tanti politici in sala. Oltre a quelli citati da Piccini, c’erano il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Emanuele Loperfido, il sindaco di Pravisdomini Davide Andretta, tanti candidati delle varie liste. Ieri, dopo dieci anni di amministrazione del centrosinistra, si è aperto un nuovo capitolo della storia politica azzanese. Non soltanto per questo l’emozione è stato il sentimento prevalente non solo in Piccini, ma anche in diversi dei suoi candidati.

Commossi – anche tra quelli con maggiore esperienza – per un risultato accreditato da pochi, ma che la coalizione di Piccini ha costruito giorno dopo giorno, in una competizione caratterizzata anche dal rilevante impegno degli altri schieramenti, una sforzo comune e diffuso figlio principalmente dell’importanza della posta in palio. I cittadini hanno scelto Piccini, al ballottaggio lo hanno fatto in maniera piuttosto netta, vanificando i piani di Guin il quale puntava a convogliare su di sé una parte consistente dei voti andati a Bortolus al primo turno. Piccini al suo avversario ha voluto riconoscere l’onore delle armi, perché anche il candidato del centrosinistra, 27 anni e reduce da cinque anni nel ruolo di assessore alle attività produttive, ha giocato fino in fondo la sua partita.

Una sfida, come si diceva, uscita dai binari indicati dalle previsioni, in cui ha vinto una componente del centrodestra e l’altra è stata sconfitta, visto che per il secondo turno non è stato formalizzato un apparentamento ufficiale tra Bortolus e Piccini. Che da ieri è il sindaco di Azzano Decimo: dopo molto attendere, il suo momento è arrivato

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