«Azzeriamo gli incarichi nel Pdl serve una svolta»

Il capogruppo Colautti, a tutto campo: dall’opposizione in consiglio a Forza Italia. «Isidoro Gottardo è stato nominato da Berlusconi non è figlio di un congresso»

UDINE. Il gioco deve ancora entrare nel vivo. Per il governo regionale, che in questi primi 100 giorni di legislatura è stato impegnato a raccogliere il testimone dal centrodestra, per il Pdl, destinato a tornare alle sue origini forziste, per i vertici del centro destra Fvg, chiamati a un azzeramento di cariche per il bene dell’elettorato. Alessandro Colautti, capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, non ha dubbi: il momento delle scelte sta per arrivare, e tutti dovranno avere il coraggio di mettersi in discussione per il bene della Regione e della sua specialità.

Da poco più di 100 giorni il governo di questa Regione è in mano al centrosinistra. Che idea si è fatto?

Da un punto di vista politico, sono stati 100 giorni di passaggio di consegne, al di là del piglio della presidente Serracchiani. In questi mesi abbiamo favorito un passaggio del testimone avendo come priorità l’interesse collettivo: penso all’approvazione dell’assestamento di bilancio, al taglio dei costi della politica e al tesoretto di 180 milioni derivanti dall’extra gettito. Ci siamo comportati da opposizione leale e responsabile, come imponeva la difficile situazione del momento. Ora comincia la fase di opposizione vera.

Cosa dobbiamo attenderci?

La politica ha bisogno di un salto di qualità oltre le fazioni. Per uscire dalla crisi tutti dovranno metterci del loro, senza antagonismi a prescindere. Ci aspetta una Finanziaria “da guerra” per il calo delle entrate, con la necessità di effettuare investimenti infrastrutturali, di ammodernare il sistema Regione e di varare le riforme sugli enti locali e sulla sanità. È terminata la stagione dell’ascolto, ora bisogna decidere, e ciò impone razionalizzazioni e tagli. Su questo ci misureremo.

C’è un tema, in questi 100 giorni, che è stato congelato?

La specialità della nostra Regione. C’è bisogno di rilanciarla trattando con Roma. Dovremo essere bravi a dimostrare di essere virtuosi, presentando un pacchetto con una serie di riforme e chiedendo in cambio nuove concessioni per la valorizzazione della specialità. Credo, a questo proposito, che Serracchiani avrebbe più forza in fase di contrattazione se presentasse una piattaforma condivisa anche da noi dell’opposizione.

Come valuta la squadra che Serracchiani ha scelto per la sua giunta?

Non sono ancora riuscito a capire il valore di questa giunta. La presidente mi pare sia molto autonoma, quasi dissociata dal resto del gruppo. Non ho ancora visto un’azione di squadra. Sui singoli assessori, posso giudicare soltanto quelli con cui ho avuto a che fare direttamente: ho apprezzato l’equilibrio e la correttezza di Gianni Torrenti, l’approccio “laico” di Sergio Bolzonello, la lealtà di Sara Vito.

A più di 4 mesi dalle elezioni, ha capito dove il centrodestra ha sbagliato?

Aver governato cinque anni in mezzo a un dramma economico ha certamente influito. Alla fine però lo scarto è stato minimo. Forse non abbiamo compreso una serie di piccole cose che, insieme, ci ha penalizzato. È mancato lo scatto finale, anche comunicativo: abbiamo perso per inerzia e stanchezza.

Una sconfitta suggerisce una cambio di governance nel partito?

Il coordinatore Fvg Isidoro Gottardo è stato indicato da Berlusconi, non è figlio di un congresso. Per questo ho proposto di azzerare gli incarichi all’interno del Pdl. Rimettiamoci tutti in discussione: il momento impone una riflessione e una ripartenza senza guarentigie politiche. Mettiamo i nostri mandati sul tavolo e meditiamo per costruire qualcosa di nuovo, anche in ragione di quanto sta avvenendo a livello nazionale. Non si esce da questa situazione alla vecchia maniera, con lo scontro tra le diverse fazioni del partito.

Un atto per favorire la nascita di Forza Italia 2.0?

Vivo questa evoluzione del Pdl non nel tentativo di posizionarmi in prima fila, ma di capire se questo passaggio potrà davvero concedere nuove prospettive per il Paese e la Regione. Sono di Fi e non ho dubbi, ma non posso condividere la nascita del gruppo in Consiglio regionale. Sarebbe bello se questo nuovo contenitore politico riuscisse davvero a rappresentare il Fvg e la sua specialità. Non c’è più spazio per un partito di pretoriani.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:regione fvgpdl

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto