Bagni vietati nel Natisone e resta il nodo della sicurezza

CIVIDALE
Un’altra estate di bagni illeciti nelle acque non balneabili del Natisone. Sempre più frequentato – mai come quest’anno secondo il Corpo di polizia locale della Comunità del Friuli orientale –, il fiume resta privo dei requisiti di qualità idrica necessari per garantire immersioni sicure, per quanto il divieto sia quasi del tutto ignorato.
E la questione, di cui si dibatte da anni, è ora risollevata con forza dall’associazione Parco del Natisone che, prendendo spunto dalla notizia delle prospettive di balneabilità che si delineano per l’Isonzo, taccia di immobilismo i gestori del servizio idrico integrato Poiana e Cafc, i quali «a suo tempo – ricorda la presidente del sodalizio, Claudia Chiabai – avevano sottoscritto la dichiarazione d’intenti» per il piano di realizzazione di un’area protetta lungo tutto il corso del fiume.
«Avevano garantito interessamento – tuona Chiabai –, ma non mi risulta abbiano fatto alcunché. Magari venissi contraddetta. Se si riesce a programmare un intervento volto a garantire la balneabilità a un contesto quale l’Isonzo, possibile che per il “piccolo” Natisone non si riesca a fare niente?».
Ma mentre il sindaco di Cividale, Daniela Bernardi, assicura che «tramite lo strumento del Contratto di fiume, sotto la nuova presidenza dell’architetto Giorgia Carlig, si inizierà un ragionamento sul punto», l’amministratore unico dell’acquedotto Poiana, Attilio Vuga, richiama al pragmatismo e non lascia grandi speranze: «È arcinoto – dichiara – che l’argomento è di estrema complessità. Una cosa è il mare e tutt’altra sono i fiumi, dove l’obiettivo balneabilità è difficilissimo da raggiungere».
Alla base del nodo stanno le emissioni dei depuratori. «Per quello di San Quirino – anticipa Vuga – è ormai pronto un progetto di completo rifacimento. Sarà un impianto all’avanguardia, che garantirà alle acque in uscita una qualità elevatissima. Ciononostante, va ribadito che il tema è quanto mai complicato e richiede dunque assoluta serietà nella trattazione. Il concetto è stato ripetutamente espresso tanto dai gestori del servizio idrico integrato, quanto dall’Arpa. Non si possono promettere cose inattuabili. La presidente Chiabai si rivolga anche ad altri gestori e verifichi». —
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