Balliana-Nievo, gli stranieri salvano le classi

Sono 350 gli alunni da famiglie immigrate su 1.584 iscritti. Il dirigente: in sei anni perse cento unità

SACILE. Su 1.584 iscritti 2017-2018 sono 350 gli alunni che hanno radici familiari in Paesi lontani: nell’istituto comprensivo di Sacile salvano le classi dal calo demografico. I posti di lavoro in cattedra sono in zona sicurezza anche in organico 2018-2019: con il 22% di alunni stranieri.

«In sei anni abbiamo perso cento alunni iscritti a causa del calo demografico: sono italiani – ha confermato il dirigente Claudio Morotti –. Nel 2012-2013 erano 1.374 gli alunni italiani e 330 quelli di origine straniera: i primi sono diventati 1.134 nel 2017-2018 e 350 gli iscritti di famiglie immigrate. Nel 2016-2017 avevamo, invece, 1.269 iscritti italiani e 360 immigrati: alcune famiglie si spostano da una città all’altra in cerca di lavoro e per altri motivi».

I numeri in dettaglio della popolazione scolastica dell’istituto comprensivo nella fascia 6-14 anni articolati in 11 plessi: 505 nella Balliana-Nievo, 794 nelle primarie e 285 in sezioni dell’infanzia. Gli alunni disabili sono 32 su 1.584 e 32 hanno difficoltà di apprendimento rubricate con l’acronimo Dsa. «Senza le iscrizioni degli alunni di origine straniera – ha sottolineato Morotti – avremmo subito un crollo nell’organico delle nostre classi». La fascia scolastica dell’obbligo è la cartina tornasole dei flussi migratori e ricongiunzioni famigliari: nell’ic di Sacile il “popolo dei banchi” con radici etniche diverse ha numeri alti. Nel 2015-2016 era il 20% degli iscritti e l’integrazione alza la qualità dell’istruzione. La media degli studenti stranieri nelle scuole in Friuli occidentale è pari al 17% e il primato di Sacile si conta nella fascia dell’obbligo.

Anche i residenti adulti a Sacile sono un dato che oscilla di mese in mese all’anagrafe: su 19.994 totali la cittadinanza non italiana monitorata qualche mese fa è pari al 10,7%: 2.144 immigrati. Le famiglie immigrate con oltre due figli a testa sono tante e rallentano la sindrome delle “culle vuote” che è il problema crescente nel nordest. La composizione dei nuclei parentali in percentuale a Sacile è pari a 2,4 e la fertilità di quelli immigrati è più alta. La comunità più nuche è quella romena (circa 400 famiglie), poi gli albanesi, serbi, ucraini, marocchini, croati. E infine, cinesi, kosovari, indiani, ghanesi e macedoni. (c.b.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto