Balzo all’insù dei prezzi
Le rilevazioni compiute in giugno e luglio dalla Commissione comunale di controllo su quattrocento prodotti Alcuni generi di consumo però costano meno: fra questi l’olio e il caffè. Ora i dati saranno trasmessi all’Istat
Prodotti come la farina, i biscotti, la carne e la benzina sono rincarati, mentre altri fra cui il caffè e l’olio costano di meno. È quanto emerge dal lavoro compiuto dalla commissione comunale per il controllo dei prezzi al consumo, istituita su disposizione dell’Istituto nazionale di statistica, che ha preso in considerazione quanto hanno dovuto sborsare i goriziani in giugno e in luglio per 400 generi alimentari e non soltanto. La commissione comunale per il controllo dei prezzi al consumo, che si è riunita all’inizio del mese, è presieduta dall’assessore comunale alla Statistica, Sergio Cosma, ed è formata dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, dell’Ascom, della Camera di commercio, dell’Ispettorato provinciale del lavoro, dell’Unione industriali e della Confagricoltura. È stata esaminata la media dei prezzi al consumo e dei relativi indici di 400 prodotti presenti sugli scaffali degli esercizi goriziani, inseriti anche nel paniere nazionale elaborato dall’Istat. È importante tener presente che si tratta appunto di medie mensili, quindi non è detto che in tutti gli esercizi i prodotti costino esattamente come indicato nello studio. Come rimarca l’ufficio statistica del Comune, «il prezzo medio si riferisce alla media aritmetica semplice del numero di quotazioni rilevate negli esercizi di maggior rappresentatività sul territorio comunale». Dopo aver controllato i prezzi al consumo, l’ufficio comunale di statistica ha trasmesso i dati all’Istat, per la verifica della congruità dei valori rilevati. La commissione, invece, si riunirà nuovamente all’inizio di settembre, per controllare i prezzi relativi al mese di agosto. Dopo un’accurata analisi, è emerso che nei negozi della città ci sono stati significativi aumenti. Per esempio, un chilo di farina di frumento è passata dagli 0,46 euro di giugno agli 0,47 di luglio, e la stessa quantità di biscotti comuni da 4,20 euro a 4,24. Anche per la carne è stato riscontrato un rincaro: un chilo di pollo nel giro di un mese è passato da 3,62 euro a 3,67, mentre un chilo di petto di tacchino da 8,53 a 8,83. L’indagine ha tenuto conto anche di generi non alimentari: per esempio, i pannolini per i bambini, in confezione da 20 pezzi, in luglio costavano 5,13 euro e non più 5,05. Consistenti aumenti di prezzo hanno caratterizzato i carburanti: 10 litri di benzina verde alla pompa in luglio sono arrivati a 12,53 euro e nel caso di “fai da te” a 12,23, contro rispettivamente i 12,01 e gli 11,64 euro di giugno. La stessa distinzione è stata fatta per il gasolio: nel caso di quello alla pompa il prezzo ha raggiunto i 12,23 euro per 10 litri e quello “fai da te” gli 11,47, contro gli 11,62 e gli 11,32 del mese precedente. Il lavoro della commissione non ha messo in luce solo aumenti dei costi, ma anche alcune diminuzioni. I cali più incisivi, anche se è da tener conto che in qualche caso è fatto riferimento a offerte speciali, riguardano l’olio extravergine di oliva, che per litro è sceso da 5,47 euro a 5,35, e il caffè, che al chilo costava 6,49 euro tostato e 11,25 decaffeinato, invece dei precedenti 6,54 e 11,35. Anche le schede per le macchine fotografiche digitali sono risultate meno costose, essendo passate dai 36,38 euro di giugno ai 34,84 di luglio.
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