«Bambino aggressivo», e l’aula rimane vuota

PORCIA. Lezioni disertate, lunedì scorso, nella classe della scuola primaria purliliese in cui la scorsa settimana le maestre hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine per gestire gli impulsi aggressivi di un bambino problematico.
I genitori hanno deciso, come gesto estremo per richiamare l’attenzione sul disagio dei loro figli, di non mandarli a scuola per le prime due ore, frequentate anche dall’alunno “difficile” (che poi viene affidato a un’associazione esterna alla scuola).
Il risultato è che il bambino si è ritrovato in classe con un solo compagno. Una presa di posizione forte – che si ripeterà anche oggi – non tanto nei confronti del piccolo o delle insegnanti, quanto per sollecitare le istituzioni a farsi carico di una situazione che si trascina ormai da mesi, e che sta creando parecchio disagio psicologico alla classe.
Stando a quanto riferisce una parte dei genitori al Messaggero Veneto, il bambino assumerebbe comportamenti aggressivi e violenti nei confronti dei compagni, che diventerebbero oggetto di minacce verbali, pugni, calci, tirate di capelli e trascinamenti.
«Dispiace dirlo, ma è un elemento pericoloso – lamentano alcune famiglie –. Temiamo per l’incolumità dei nostri figli». A nulla sarebbero valsi i vari provvedimenti che, nel corso dei mesi, la scuola ha adottato per tentare di risolvere la situazione (tra questi, inserire nella classe un’insegnante supplementare).
Mamme e papà, sinora, hanno cercato di adeguarsi alle diverse proposte di “mediazione” che l’istituto ha avanzato, nel pieno rispetto del diritto del piccolo all’inclusione e all’istruzione. Tuttavia, non riscontrando miglioramenti – e con il pensiero già rivolto al prossimo anno scolastico – non se la sentono più di andare avanti in questo modo: la misura è colma.
Pur difendendo le maestre e la dirigente scolastica Angela Rosato – che li ha incontrati più volte e che li riceverà nuovamente – i genitori esigono risposte e prese di posizione definitive da parte di chi di dovere.
«L’atteggiamento aggressivo di questo bambino in classe condiziona pesantemente i nostri figli», si sfogano ancora. Di fronte a un atto di protesta così estremo, la dirigente Rosato farà quel che è in suo potere, limitatamente alle competenze della scuola in una vicenda delicata come questa: solleciterà un intervento più “risoluto” da parte di Servizi sociali e neuropsichiatri dell’Azienda sanitaria che già seguono il bambino.
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