Banca di Vicenza, la richiesta: "Sequestrate i beni donati da Zonin e Sorato ai parenti"

VICENZA. Una sollecitazione alla Procura di Vicenza affinché proceda con i sequestri conservativi - peraltro annunciati - a tutela dei clienti danneggiati della Banca Popolare di Vicenza. A farla, sono i legali dei risparmiatori che hanno presentato (e continuano a presentare) denuncia contro gli ex vertici dell’istituto di credito berico.
«Sollecitiamo tale intervento perché è un mezzo per ampliare la rosa dei beni sui quali potrà essere chiesto il risarcimento», spiega l’avvocato Luca Pavanetto, delegato regionale dell’Associazione difesa utenti servizi bancari finanziari postali e assicurativi (Adusbef) del Veneto.
E istanza di sequestro è contenuta nelle querele depositate dal nutrito gruppo guidato dallo studio Calvetti & Partners. «L’esorbitante ammontare del danno subito dagli esponenti rende di per sè palese la necessità di sottoporre a vincolo di indisponibilità i beni degli indagati», spiegano i denuncianti. Che sottolineano anche la necessità di procedere con una certa celerità.
«I principali esponenti apicali dell’istituto hanno alienato gran parte dei loro beni, spesso ai familiari», dichiarano i risparmiatori in querela, fornendo alla magistratura vicentina i documenti che comproverebbero tali passaggi. In denuncia, e quindi agli atti, vengono elencati i diversi atti dispositivi attribuiti all’ex presidente della Popolare di Vicenza Giovanni Zonin e dell’ex direttore generale Samuele Sorato.
Per quanto riguarda il primo, si comincia il 23 dicembre 2015 quando il cavaliere cede alla moglie il 2% del capitale sociale di “Tenuta Rocca di Montemassi srl” e a terzi il 31% del capitale sociale di “San Marco srl”. Trascorre qualche settimana e c’è una donazione: il 20 gennaio 2016 Zonin regala al figlio la “Tenuta di Montebello” composta da ben 11 unità immobiliari tra locali e terreni, riservandosi il diritto di abitazione. Infine, il 7 aprile, viene firmato davanti a un notaio vicentino un “patto di famiglia” in base al quale l’imprenditore dona ai tre figli gran parte delle partecipazioni in Casa Vinicola Zonin Spa, ritenuta la cassaforte di famiglia.
Un’analoga “frenesia” in ambito immobiliare sembra coinvolgere la famiglia Sorato. Il 28 luglio 2015, poco dopo la prima svalutazione delle azioni di Popolare di Vicenza, vengono fatte tre alienazioni davanti al notaio Giuseppe Sicari. L’ex dg cede la quota pari alla metà del diritto di proprietà su un’autorimessa a Jesolo, in via delle Nereidi, riservando a sè e ai due figli il diritto d’uso dell’immobile.
Cede inoltre, sempre alla moglie, la metà di due case a Noale, una in via Rossi e l’altra in via Bosco dell’Orco (quest’ultima ha, tra l’altro, due camere, tre bagni, guardaroba, garage e posto auto scoperto). Il prezzo complessivo per la cessione del blocco immobiliare è di 26.800 euro.
Niente di irregolare, sia chiaro. Ma il sospetto dei risparmiatori è che tali operazioni siano servite a evitare azioni esecutive sui beni. Di qui la richiesta di sequestrare anche i beni donati.
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