Banche, corsa a ostacoli per i rimborsi tra burocrazia e business
UDINE. I soldi dell’indennizzo, alla fine, arriveranno, a partire dai primi mesi del 2020. Ma per ottenerli un risparmiatore beffato di BpVi o Vb (una platea di circa 15 mila persone in Friuli Venezia Giulia), dovrà affrontare una vera e propria corsa a ostacoli.
ECCO COME OTTENERE I RISARCIMENTI
- Tempi di presentazione della domanda: 180 giorni a partire dal 22 agosto
- Dove? Portale online Consap
- Documentazione: 14 documenti tra cui dichiarazioni, costo, tipo e date di acquisto delle azioni per le quali si richiede il rimborso
- Aventi diritto in Fvg: circa 15 mila risparmiatori
- Limiti di reddito per l'indennizzo automatico: Irpef fino a 35 mila euro; patrimonio immobiliare al massimo di 100 mila euro
- Banche in liquidazione che danno diritto al Fir: BpVi, Vb, Etruria, CariChieti, CariFerrara e Marche, compresi anche i vecchi azionisti della Banca popolare udinese
- Limiti massimi di rimborso: 30 per cento del capitale perduto con un massimo di 100 mila euro
Che prevede pure dei costi, visto che bisognerà necessariamente affidarsi all’assistenza di una delle associazioni di tutela che operano in regione. E in Veneto è già scoppiata la polemica perchè il Movimento diritti europei di Treviso, in collaborazione con uno studio legale, ha fissato una tariffa, il 7% dell’indennizzo, che ha fatto discutere.
QUANTO COSTA PRESENTARE LA DOMANDA
- CONSUMATORI ATTIVI: contributo a scaglioni da un minimo di 50 euro a un massimo dello 0,7 per cento del rimborso
- FEDERCONSUMATORI: contributo ancora da stabilire in sede nazionale, ma non sarà a percentuale
- MDC: contributo da un minimo di 150 euro (50 euro per ogni anno in cui sarà attivo il Fir) a un massimo del 3,5 per cento della somma rimborsata, ma soltanto per cifre notevoli
Cioè chi avrà diritto a 100 mila euro (il massimo) ne dovrà “girare” 7 mila a questa associazione. Nella nostra regione, comunque, i prezzi sono molto più calmierati. Ma chi tenterà il fai da te, evitando di sborsare altro denaro, si assumerà però rischi e pericoli: pena un piccolo errore, anche formale, e la domanda potrebbe essere rigettata, con conseguente addio rimborso.
Consumatori attivi, Mdc (Movimento difesa cittadino) e Federconsumatori si stanno attrezzando per far fronte all’imponente richiesta di aiuto da parte degli ex soci che hanno perduto i loro risparmi con le azioni di BpVi e Veneto Banca.
L’associazione presieduta dall’avvocato Barbara Puschiasis ha già 1300 persone in attesa, ma il numero è destinato ad aumentare.
«Daremo assistenza integrale ai nostri soci - spiega la numero uno di Consumatori attivi -, seguiremo la pratica passo dopo passo. È un lavoro complesso, che assorbirà tempo ed energie. Abbiamo pensato di chiedere un contributo che andrà per scaglioni, da un minimo di 50 euro per le cifre più basse a un massimo dello 0,7 per cento per i risarcimenti più importanti.
Tutto al più da noi si pagheranno dunque 700 euro, vale a dire lo 0,7 per cento del totale rimborsato. Tengo a precisare che la nostra associazione non riceve nemmeno un euro di contributo pubblico, a differenza di quanto avviene in Veneto o in Emilia Romagna dove le rispettive regioni danno soldi alle più svariate associazioni. Del resto per compilare la domanda online è indispensabile l’assistenza.
Come fa una persona anziana, poco avvezza ai mezzi tecnologici, compilare la richiesta online, stamparla, firmarla, scannerizzarla, caricare tutti i documenti e stare attenta che tali documenti non superino una certa dimensione altrimenti la domanda non parte? È chiaro che ci deve essere un lavoro a monte ben fatto».
Il quartier generale di Federconsumatori si trova in via Mantova a Udine, dove potenzialmente sono 2 mila gli iscritti che potranno aderire al Fir. La presidente Erica Cuccu spiega che «non abbiamo ancora stabilito le tariffe. Si tratterà di un contributo fisso, non a percentuale, la cifra sarà definita a livello nazionale.
I consumatori, soprattutto quelli della vecchia Banca Popolare Udinese, non sono in grado di fare da soli, dovrebbero ritrovare documenti degli anni Ottanta o Novanta. Vedremo in questo caso se gli istituti potranno darci una mano.
Se uno fa da solo se ne assume la responsabilità: ho presentato io personalmente 10 quesiti agli esperti del portale Consap, si figuri cosa ne può sapere l’uomo della strada. Avremo un grande lavoro da fare, c’è una task force di 20 volontari che daranno una mano, i nostri iscritti avranno la priorità nell’assistenza.
Caricheremo le prime domande nelle prossime settimane, adesso facciamo lavoro di segreteria per le iscrizioni, in tanti non hanno ancora nemmeno un indirizzo mail».
«Dal 5 settembre avvieremo le prime richieste di rimborso - spiega Raimondo Englaro coordinatore del Mdc di viale Tricesimo -. Intanto è operativo lo sportello dedicato per aiutare chi ha bisogno.
La nostra associazione chiederà 50 euro l’anno per tre anni (il tempo della durata del Fondo) per gli indennizzi bassi, che sono la maggior parte, mentre per le cifre più elevate chiederemo il 3,5%. Contributo che verrà erogato solo a indennizzo ottenuto, non in anticipo. Il 90% dei nostri assistiti ha un’età che va dai 65 ai 90 anni, otterranno piccoli rimborsi».
Non è così in Veneto, dove il Movimento diritti europei è finito nell’occhio del ciclone per la sua richiesta del 7%. Sarà infatti depositato in Procura a Treviso un esposto contro la lettera che molti ex azionisti di Veneto Banca e Popolare Vicenza stanno ricevendo dal Mde.
Una missiva che propone di sottoscrivere un contratto d’incarico per l’assistenza alla presentazione delle istanze al Fir al costo del 7% dell’incassato. Una percentuale considerata troppo alta e che ora è finita nel mirino delle altre associazioni. —
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