Banche, scompare il marchio CariFvg: via libera alla fusione con Intesa

UDINE. Quello che appariva come un disegno è oggi realtà. Intesa Sanpaolo e Cassa di risparmio del Friuli Venezia Giulia hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione della banca regionale nel colosso del credito italiano.
Per alcuni versi una formalità, visto che Cr Fvg è già di proprietà di Intesa Sanpaolo che detiene il 100% del capitale sociale. In realtà qualcosa di più, considerato che - a operazione ultimata - l’insegna Cr Fvg scomparirà in favore del brand “Intesa Sanpaolo”, e di quelle che furono la Cassa di risparmio di Udine e Pordenone e la Cassa di risparmio di Gorizia resterà solo la storia.
Il progetto di fusione ovviamente è soggetto ad autorizzazione da parte dell’Autorità di vigilanza e diventerà operativo, presumibilmente, nella seconda parte del 2018, a integrazione dell’ex filiali delle banche venete completata.
Cr Fvg nasce dalla fusione tra le Casse di risparmio di Udine e Pordenone e la Cassa di risparmio di Gorizia ed è, come detto, interamente controllata da Intesa San Paolo.
Ha una rete commerciale articolata in 91 punti operativi di cui 86 filiali retail e 5 filiali imprese dislocati nelle province di Gorizia (13), Pordenone (21), Trieste (10) e Udine (47), oltre a 44 punti Personal (all’interno delle filiali), e un organico di 877 persone.
Cr Fvg ha una quota di mercato su base regionale dell’11% nella raccolta e del 13% negli impieghi «e ha in corso un recupero di redditività - si legge nel progetto - per miglioramento del profilo di rischio del credito».
Per quel che riguarda le motivazioni della fusione, questi vanno ricercati nella «strategia di semplificazione dell’articolazione societaria della Banca dei territori prevista nel piano di impresa 2014-17 - si legge ancora nel documento - nell’ambito della quale sono state incorporate, fino ad ora, nove banche commerciali, e un’ulteriore operazione di fusione, quella di Banca Nuova, rilevata dalla liquidazione coatta delle banche venete, è attualmente in corso».
Nella volontà di attuazione di questa strategia, ecco che «si è valutato di avviare il processo di fusione per incorporazione in Intesa Sanpaolo di Cr Fvg». «La fusione - spiegano le due banche - consentirà a regime il conseguimento di sinergie su costi diretti e indiretti» e «permetterà di integrare ancora più rapidamente le filiali delle ex banche venete (48 sportelli già ora con il marchio Intesa Sanpaolo) in sovrapposizione territoriale».
La fusione, fiscalmente neutrale, sarà realizzata in continuità di valori; non è previsa alcuna emissione di nuove azioni visto che Intesa Sanpaolo «detiene e continuerà a detenere, la totalità del capitale sociale della società incorporata».
Intesa Sanpaolo è il maggiore gruppo bancario in Italia con 12,3 milioni di clienti e oltre 4.600 filiali ed è uno dei principali in Europa. Nasce nel 2007 dalla fusione di Sanpaolo Imi in Banca Intesa.
Il gruppo è oggi leader italiano nelle attività finanziarie per famiglie e imprese in particolare nell’intermediazione bancaria con una quota del 17% dei prestiti e del 18% nei depositi, nella raccolta premi vita, con una quota del 20%, nel risparmio gestito, 20%, nei fondi pensione, 22%, e nel factoring. Al 30 giugno 2017 il gruppo presentava un totale attivo di 788 miliardi di euro, crediti verso la clientela per 393,5 miliardi, raccolta diretta bancaria per 412 miliardi e raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche di 147,8 milioni.
Non è l’operazione di fusione in sé che preoccupa il sindacato, quanto il prossimo piano industriale di Intesa, previsto per i primi mesi del 2018.
«A fusione completata - dichiara Caterina Dotto, segretario nazionale della First Cisl per il Gruppo - non credo che cambierà nulla per i lavoratori e la clientela. Eventuali cambiamenti o chiusure di sportelli potrebbero arrivare a febbraio, con il nuovo piano industriale». E su questo, ovviamente, il sindacato vigila.
L’operazione in Friuli Venezia Giulia fa seguito ad altre analoghe approvate in precedenza, l’ultima delle quali ha riguardato l’acquisizione della partecipazione di Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in Cassa di risparmio di Forlì e della Romagna, per 46 milioni di euro circa, che ha preceduto l’approvazione del progetto di fusione per incorporazione di quell’istituto in Intesa Sanpaolo.
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