Bandiera alla “Fasan”, uno schiaffo a Sacile

Il sindaco Roberto Ceraolo: non siamo stati invitati alla cerimonia di Trieste. «Ma c’è di più: nei servizi tv, il concittadino è stato fatto passare per udinese»

SACILE. Ancora polemiche sulla nave militare dedicata alla memoria dell’eroe sacilese Virginio Fasan, padre dell’ex sindaco Gina Fasan, insignito della medaglia d’oro al valor militare.

La nuova querelle è approdata in consiglio comunale, durante il quale il sindaco Roberto Ceraolo si è fatto interprete del disappunto manifestatogli da molte persone per l’assenza del Comune di Sacile alla cerimonia di Trieste per la consegna della bandiera di combattimento alla fregata “Virginio Fasan”.

«Non conosco il protocollo di queste cerimonie – ha dichiarato il primo cittadino – ma resta il fatto che il Comune non è stato invitato cosa che è stata interpretata negativamente da più persone che mi hanno interessato alla vicenda. Posso dire comunque che Sacile nell’occasione è stata degnamente rappresentata dal nipote Eugenio».

La cerimonia si è svolta in piazza Unità d’Italia a Trieste il 5 novembre. «A presidio di pace e sicurezza della Repubblica italiana nel mondo»: con queste parole il sindaco di Trieste Roberto Cosolini ha consegnato al capitano di fregata Marco Bagni, comandante della “Virginio Fasan”, il vessillo di combattimento donato dalla città giuliana alla nuova unità della Marina italiana che accompagnerà la sua vita e il suo servizio nei mari.

A far arrabbiare i sacilesi, per altro, non solo il mancato invito al Comune ma anche la copertura televisiva dell’evento che ha fatto passare per “udinese” l’eroe affondato col cacciatorpediniere “Vivaldi”. In realtà, di udinese Virginio Fasan ha solo la nascita avvenuta il 10 settembre del 1914 proprio nel capoluogo friulano.

Volontario nella Regia marina nel 1930, ha al suo attivo imbarchi sulla torpediniera “Zeffiro”, sull’esploratore “Augusto Riboty”, sul cacciatorpediniere “Antoniotto Usodimare”, con il quale partecipò ad alcune missioni durante la guerra civile spagnola. Imbarcato dal 1º ottobre 1939 sul cacciatorpediniere “Vivaldi” partecipò al secondo conflitto mondiale, distinguendosi particolarmente nella battaglia di Pantelleria (giugno 1942) dove si meritò la promozione a capo di terza classe per merito di guerra. Il 9 settembre 1943, però, la sua unità venne colpita e immobilizzata.

Virginio Fasan si prodigò nella lotta agli incendi sviluppatisi a bordo e all’ordine di abbandono della nave ormai irrimediabilmente perduta rimase fra gli ultimi per predisporre tutte le manovre necessarie all’autoaffondamento. Un volta in acqua, vedendo il cacciatorpediniere affondare con apparente lentezza, ritornò a bordo al seguito del capitano di corvetta Alessandro Cavriani, ma scomparve in mare con la nave.

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