Baristi e clienti positivi al virus in Friuli: sei contagi Covid nelle discoteche di Lignano
UDINE. Salgono a sei i contagiati che, in una maniera o nell’altra, hanno avuto a che fare con le discoteche del litorale friulano dove, da ieri, è stato avviato uno screening completo su tutto il personale dipendente dei club interessati.
Dopo i due ragazzi veneti risultati positivi nella loro regione e che hanno dichiarato di aver trascorso una serata al Kursaal, ieri, al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria di Udine si sono aggiunte, tra baristi e clienti, altre quattro positività di persone che hanno avuto a che fare con le discoteche Mister Charlie e Ca’ Margherita, sempre di Lignano. Come detto, quindi, una volta certificata la positività dei ragazzi, l’Azienda ha avviato una serie di controlli su tutti coloro che lavorano nelle tre discoteche interessate.
«Non era una cosa che pensavo potesse succedere visto che i casi in Friuli Venezia Giulia sono così pochi – commenta Riccardo Badolato, titolare del Kursaal – anche se, in fin dei conti, era prevedibile visto che in città d’estate gira parecchia gente che viene anche da fuori regione oppure dall’estero.
Mi pare riduttivo, tuttavia, attribuire il contagio dei ragazzi risultati positivi al coronavirus a un singolo locale, visto che gli stessi prima di trascorrere la serata in discoteca saranno certamente andati a cena o, banalmente, a mangiare un gelato. Nonostante questo, il fatto che sia stato effettuato il tampone significa che il sistema dei controlli funziona a dovere ed è giusto così».
E Adriano Cerato, legale rappresentante sia del Mister Charlie sia del Ca’ Margherita, su disposizione dell’Azienda il tampone l’ha fatto fare a tappeto «per precauzione» a tutti i dipendenti dei suoi due locali, «ma fra amici, conoscenti e familiari alla fine la necessità del controllo si è estesa a macchia d’olio raggiungendo un centinaio di persone» in totale.
«Al Ca’ Margherita c’è stato il passaggio di un cliente che, dopo essere stato male e soccorso al punto di primo intervento, è risultato positivo al coronavirus – racconta –. Visto il bassissimo numero di casi in regione, mi sembrava di vivere in una sorta di “bolla incontaminata”, ma non è così: bisogna sempre tenere alta l’attenzione».
La preoccupazione di Cerato è tutta rivolta ai “suoi ragazzi”, «che hanno peraltro soccorso il ragazzo in discoteca – sottolinea –: non vorrei mai che fossero stati contagiati, mi dispiacerebbe molto. Oltre alla beffa della chiusura della discoteca, questo sarebbe il danno».
(Ha collaborato Nicoletta Simoncello)
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto