Base militare Usa dedicata a Del Din, polemica a Vicenza

Forse è stata l’ultima decisione da ministro della Difesa di Ignazio La Russa: una firma messa il 10 novembre 2011, due giorni prima delle dimissioni del governo Berlusconi, ma resa nota solo due...

Forse è stata l’ultima decisione da ministro della Difesa di Ignazio La Russa: una firma messa il 10 novembre 2011, due giorni prima delle dimissioni del governo Berlusconi, ma resa nota solo due giorni fa da uno scarno comunicato del comando Usa: «Il comandante della Ederle Edoardo Maggian annuncia che la nuova base americana Dal Molin sarà intitolata a Renato Del Din, partigiano bellunese medaglia d’oro al valor militare, morto il 26 aprile 1944 durante un assalto a un distaccamento di repubblichini a Tolmezzo».

È bastato a scatenare una serie di fuochi incrociati che sono piovuti su Camp Ederle di Vicenza, quella che sarà la più grande base militare degli Stati Uniti in Europa. Dopo 76 anni, quindi l’eroe del’aria vicentino Tommaso Dal Molin cede il passo a Renato Del Din. Nato nel 1922 ad Auronzo di Cadore, entrò nella divisione alpina Julia nell’agosto del 1943, ma dopo l’8 settembre abbracciò la lotta partigiana distinguendosi tra i fondatori della “Osoppo”. Del Din perse la vita a 22 anni durante un assalto a Tolmezzo.

Motivazioni ufficiali sulla decisione, per ora, non ne sono arrivate, la cerimonia di intitolazione sarà programmata nel 2013.

Ma un coro di voci di dissenso si sono già levate sia dall’associazione Arma aeronautica di Vicenza per voce del generale Alberto Frigo che ha esternato tutti i propri dubbi in proposito, sia dai vertici dell’Anpi. «Una decisione chi mi lascia molto perplesso - ha detto il presidente provinciale vicentino Mario Faggion –. Il nome di un partigiano, medaglia d’oro caduto battendosi per la libertà e l’indipendenza dallo straniero non dovrebbe essere associato ad alcuna caserma straniera in Italia» ha sentenziato.

«Per me è un onore» taglia corto la sorella di Del Din, Paola, 89 anni, anche lei medaglia d’oro per la Resistenza, che non risparmia un tributo agli americani: «Per fortuna ci hanno aiutati nella liberazione – osserva - se ci fosse toccato Tito non saremmo qui a parlare».(a.c.)

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