Bastano 150 secondi e la pastasciutta diventa “street food”

Rassegna Cucinare: il tempo di cottura viene controllato elettronicamente. Postazioni mobili come per pizza e gelato e la gente fa la fila

PORDENONE. Due minuti e mezzo per una pasta street-food dalla qualità stellata? “Pasta e sugo” non è un sogno, ma l’idea vincente che un gruppo di amici ha realizzato a Pordenone, con il sogno, questo sì, di vedere la qualità italiana, l’eccellenza di quello che siamo e sappiamo fare conquistare le strade del mondo.

I quattro amici sono Massimo e Claudio Gaetarelli, seconda generazione nel mondo della pasta fresca, Alessandro Zanellini, designer che si occupa di arredamenti nell’ambito del food, lo chef Cesare Veronesi, con una postazione al due stelle Michelin di Villa Feltrinelli sul lago di Garda ed Ernesto Pernat, vulcanico, creativo, da sempre nel mondo commerciale della ristorazione.

«Tutto è nato poco più di tre anni fa, ci siamo chiesti come avremmo potuto sviluppare e nostre aziende e l’abbiamo trovata: non c’era un posto dove poter trovare della pasta fatta bene che non fosse il tradizionale ristorante».

«Le sfide erano parecchie - interviene il padre dell’idea, Ernesto Pernat - innanzitutto la qualità. Non volevamo che fosse la solita pasta congelata o precotta, ma che fosse la migliore immagine della qualità italiana. Poi c’era il problema tecnico, quello cioè di una postazione completamente autosufficiente, in linea con i parametri stabiliti dalle norme europee, e soprattutto quella di far cambiare alla gente il modo di di mangiare la pasta. Ma se ci si pensa un po’, con la pizza e con il gelato, oggi avviene lo stesso. Ecco, con la nostra postazione mobile accade la stessa cosa, nei 150 secondi che servono alla cottura della pasta il cliente può scegliere i condimento che preferisce, e dagli studi che abbiamo fatto risulta che cambia idea almeno tre volte, e noi siamo pronti a soddisfarlo. Cinque formati di pasta, rigorosamente fresca e della migliore qualità, dalle tagliatelle ai ravioli ripieni, e cinque sughi, per un totale di almeno 25 combinazioni diverse. Ma c’è di più! La cottura è controllata elettronicamente, è impossibile sbagliare. La temperatura di stoccaggio nella postazione pure, la garanzia igienica è assoluta».

Tra un po’, insomma, troveremo i vostri carretti accanto ai tradizionali hot dog o ai kebab da strada...

«Abbiamo iniziato a metterla sul mercato a novembre scorso, la diamo in franchising perché vogliamo controllare che la qualità, in qualunque parte del mondo, sia la stessa. Siamo già presenti in Ungheria, in Croazia e in varie città italiane, abbiamo avuto migliaia di contatti al Sigep di fine gennaio, è un’emozione indescrivibile».

Una cosa del genere avrà uno studio ingegneristico stratosferico?

«L’idea è mia, il know how dei miei amici, ma le mani che l’hanno fatta sono quelle di Ugo De Roia, 75 anni di forza d’animo, titolare della Ceu a Cordenons. In ogni piega dell’acciaio ci sono le sue mani».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto