Battaglia contro la rete 5G, i comitati “sfidano” i sindaci

Gli attivisti pronti a creare un fronte comune anti-tecnologia con i primi cittadini. L’idea di un esposto per inchiodare alle loro responsabilità i non collaborativi
epa07400776 An attendant walks past a 5G banner during the third day of Mobile World Congress (MWC) in Barcelona, northeastern Spain, 27 February 2019. The MWC, running until 28 February, brings the lastest mobile innovations and leading-edge technology from more than 2,400 companies. EPA/Enric Fontcuberta
epa07400776 An attendant walks past a 5G banner during the third day of Mobile World Congress (MWC) in Barcelona, northeastern Spain, 27 February 2019. The MWC, running until 28 February, brings the lastest mobile innovations and leading-edge technology from more than 2,400 companies. EPA/Enric Fontcuberta

Se non è un aut-aut, ci manca poco. Il comitato regionale che si oppone alla diffusione del 5G (lo standard di trasmissione dei dati su rete cellulare di quinta generazione) è pronto a coinvolgere nella propria battaglia i sindaci friulani, che nei prossimi giorni riceveranno dagli stessi attivisti l’invito a partecipare a un summit per decidere le iniziative da intraprendere «a tutela delle nostre comunità».

Contro i primi cittadini che nicchieranno il comitato annuncia fin d’ora la volontà di presentare un esposto in Procura («Che stiamo già predisponendo», spiega il portavoce Diego Cervai) per violazione dell’articolo 32 della Costituzione, quello sulla tutela come fondamentale diritto dell’individuo e della collettività. Una mossa forte, al limite della provocazione, che punta a scuotere le amministrazioni comunali, a cui spetta l’ultima parola nell’iter autorizzativo per l’installazione dei ripetitori.

Una fetta consistente dei circa duecento attivisti che in Friuli Venezia Giulia si stanno impegnando per tentare di arginare la nuova tecnologia si è ritrovata l’altra sera nella sede del Cordicom, in via Santo Stefano, per disegnare la road-map della protesta e organizzare le iniziative di protesta da mettere in campo per contestare «la mancanza di informazione, l’assenza di una vera campagna di sperimentazione e le fumose rassicurazioni sugli effetti del 5G sulla salute», elenca Cervai. Il primo passo è quello di coinvolgere i sindaci, dunque, nella speranza di trovare in loro alleati capaci di arginare la prossima diffusione dei ripetitori di ultima generazione. «Molti primi cittadini non sono a conoscenza dei piani delle compagnie per i propri territori – indica ancora il portavoce regionale del comitato –. Anche quelli dei sette comuni (Ragogna, Pontebba, Bordano, Resiutta, Lauco, Comeglians in provincia di Udine, Tramonti di Sopra nel Pordenonese, ndr)interessati dal piano 5G contro il digital divide non sono stati coinvolti e si sono trovati a sorpresa menzionati nelle delibere dell’Agcom».

Da qui il tentativo di trovare un asse con gli amministratori locali e, per converso, mettere nel mirino quelli che non dimostreranno volontà di collaborare. Quella giudiziaria, se mai si giocherà, sarà una partita tutta da scrivere, anche considerando l’assenza di pareri universalmente riconosciuti sugli effetti della nuova tecnologia sulla salute dell’uomo. Tra i pareri che possono costituire una base di partenza per la discussione quello dell’Istituto superiore della sanità, che in una recente audizione alla Camera ha chiarito che le tante nuove antenne 5G, per le loro caratteristiche, sono un pericolo ancora più remoto per la salute rispetto alle attuali tecnologie.

La riunione udinese è servita anche a mettere a punto un’iniziativa che coinvolgerà proprio il capoluogo friulano, dove gli attivisti anti-5G si stanno organizzando per raccogliere le firme necessarie per obbligare il Consiglio comunale a calendarizzare la discussione della questione in aula. Da rimarcare come il sindaco Pietro Fontanini abbia già annunciato la volontà di costituire una commissione consiliare ad hoc per valutare pro e contro dell’installazione dei ripetitori. —
 

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