BATTAGLIE E GENERALI IN OTTANTA NOMI DI VIE

di PAOLO MEDEOSSI
Il generale ha perso la sua ennesima battaglia. Udine ha così cancellato il piazzale dedicato a Luigi Cadorna cominciando una probabile rilettura della storia nazionale basata sulla domanda: «Ma fu vera gloria?». L'interrogativo riguarda battaglie ed eventi bellici ai quali è stata generosamente intitolata una via o una piazza. In città sono un'ottantina i nomi che potete trovare nello stradario e tanti altri vennero cambiati decenni fa. Per esempio, alla fine della seconda guerra mondiale furono tolti i numerosi riferimenti ai Savoia, cominciando da piazza Vittorio Emanuele II che diventò l'attuale piazza Libertà. Ma, volendo fare nel profondo le pulci alla toponomastica cittadina partendo dal caso rappresentato da Cadorna, il lavoro sarebbe lungo e complesso.
Sono noti i motivi per cui Udine (e non è l'unica città in Italia ad averlo fatto) ha deciso di rimuovere dalla memoria il nome del generale che comandava l'esercito durante la Grande Guerra e che fu responsabile del disastro di Caporetto, però i dubbi sulla necessità o meno di un omaggio non riguardano solo tale personaggio. In un libretto intitolato Conformismi toponomastici il professor Gianfranco D'Aronco aveva posto tante domande su generali e politici titolari di una via a Udine, a cominciare da Francesco Crispi, definito «repubblicano mazziniano, autonomista siciliano, unitario esasperato, oppositore della guerra del 1859, contrario dell'annessione del Sud al Piemonte, poi monarchico centralista, bigamo forse, presidente del consiglio, ammiratore di Bismarck che lo definì cortigiano senza dignità e opportunista», e chi più ne ha più ne metta. Ma se Udine dovesse interrogarsi su Crispi avrebbe un bel grattacapo in quanto al politico siciliano fu intitolata nel 1926, in epoca fascista, una delle strade centrali della città (foto), dove un eventuale cambio di nome comporterebbe problemi pratici notevoli per chi vi risiede. La fortuna, o sfortuna, di piazzale Cadorna è invece che ad affacciarsi su tale spazio c'è un solo condominio.
Come si sarà capito, i problemi toponomastici possono porre questioni delicate, non implicando solo il ghiribizzo di una scelta, in quanto nell’insieme tratteggiano storicamente un'epoca e il sentimento di una città. Sempre D'Aronco, a esempio, mentre annotava le strade e le piazze dedicate a generali e fatti di guerra più o meno meritevoli di citazione, chiedeva perché invece Udine ha scordato personaggi degnissimi della cultura e della storia friulana. E faceva il caso dell'avvocato Francesco Carnelutti, uno dei maestri del diritto in Italia, nato in via Poscolle. Ma a tale nome possiamo aggiungere altri, come Aldo Rizzi, Luigi Ciceri o più lontano nel tempo Pietro Marcotti. Si dirà che ormai lo stradario è zeppo e che è difficile individuare un pertugio. Sarà vero, ma intanto uno spazietto per l'Unità d'Italia al posto di Cadorna è stato pur trovato, sollevando comunque perplessità di vario tipo. Infatti i maestri del lavoro, che chiedevano di onorare l'Unità, speravano in una collocazione più centrale, come il terrapieno di piazza Libertà o il piazzale del castello, mentre il coordinamento di Borgo Stazione, legato alla tradizione cittadina, afferma che era meglio ridare alla zona la vecchia denominazione di porta Cussignacco, sbocco della via omonima che conduce verso piazza Garibaldi. Certamente un ritorno, ormai però impossibile, a porta Cussignacco avrebbe insegnato qualcosa sulla storia di Udine visto che lì c'era appunto tale porta inclusa nella importantissima quarta cerchia di mura, costruita a fine Trecento per volere del patriarca Raimondo della Torre. Fu demolita nel 1878 per far spazio alla città in crescita.
Curiosità finale ancora su Crispi: nel 1926 entrò nello stradario udinese togliendo l'intestazione della via a Felice Cavallotti, proprio colui che aveva denunciato gli scandali bancari in cui il presidente del consiglio era rimasto coinvolto. Così va la vita, e la toponomastica.
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