Beffa per gli ex soci delle Popolari venete: l'ira dei consumatori
Altra tegola per i beffati dalle banche venete: la legge istitutiva del Fondo è da rifare. A confermarlo è la commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, che ha fatto anche sapere di essere in «contatto con le autorità italiane per una nuova proposta che mira a garantire i risarcimenti». Ecco spiegato il ritardo di oltre un mese del decreto di attuazione.
E ora i risparmiatori sono sul piede di guerra. «Se l’articolo 38 non fosse stato cambiato all’ultimo minuto, sostituendo il testo concertato fra Ministero e cabina di regia, oggi parleremmo di rimborsi e non di una legge da rifare», ha sottolineato Barbara Puschiasis, presidente dell’associazione Consumatori attivi e membro della cabina di regia istituita al Mef. Durante l’ultimo passaggio al Senato della Legge di Bilancio (che contiene l’articolo 38, istitutivo del Fondo di indennizzo dei risparmiatori), il testo concertato fra il Mef e la cabina di regia è stato stravolto.
IL CRAC DELLA BANCA POPOLARE DI VICENZA
E ora quell’articolo è da rifare. «Vestager ha confermato le criticità del Fondo – ha aggiunto Puschiasis –. L’indennizzo è ammissibile nel caso in cui ci sia un’emergenza sociale, nel caso in cui le banche non esistano più, caratteristiche che hanno i risparmiatori delle Popolari venete.
Ma deve essere accertata la violazione delle norme in materia finanziaria nei singoli casi. E su questo punto corre in soccorso l’arbitrato che avevamo pensato come cabina di rega e Mef che, seppur semplificato, non avrebbe creato contrasti con l’Unione europea». Insomma, la salvezza del Fir oggi sarebbe rappresentata dalla riesumazione del testo licenziato da Ministero e cabina di regia.
Tra l’altro «una modifica alla Legge di Bilancio è fattibile e non richiede molto tempo perché è sufficiente procedere con un decreto legge – ha sottolineato la presidente di Consumatori attivi –, serve l’urgenza e quella c’è perché stiamo assistendo a un’emergenza sociale». Dal canto proprio i sottosegretari con cui le associazioni dei risparmiatori hanno trattato in questi mesi, vale a dire Massimo Bitonci e Alessio Villarosa, sono chiusi nelle stanze di via XX Settembre. Entro il 18 febbraio il Mef aveva chiesto alla cabina di regia di mandare le proprie osservazioni sul testo del decreto d’urgenza, ma da allora nulla si è più mosso.
«Ci dicono che stanno studiando le carte e che ci sono dei problemi da risolvere», ha precisato Puschiasis. Intanto i politici regionali stanno iniziando a muoversi. In parlamento è pronta una serie di mozioni, e il consiglio regionale vorrebbe portare una mozione unitaria sui punti sollevati da Consumatori attivi durante la riunione di sabato scorso. «Tutto aiuta a far pressione e sollecitare la soluzione che stiamo chiedendo», ha rimarcato Puschiasis. In calendario c’è anche un incontro con il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, e l’assessore alle Finanze, Barbara Zilli. «Il problema ora è il tempo – conclude la presidente di Consumatori attivi –. I risparmiatori stanno aspettando da troppo e non hanno più margini per continuare. Bisogna ricordare che ci sono persone esposte nei confronti delle banche che si potrebbero vedere pignorare la casa da un giorno all’altro».
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