Bernardi, eredità contesa con richiesta di 15 milioni

L’ex compagna dell’imprenditore Di Tommaso punta a un maxi risarcimento. Lo studio Campeis intende procedere anche contro il trust londinese
ANTEPRIMA Bertiolo? 22-12-2009 bernardi
ANTEPRIMA Bertiolo? 22-12-2009 bernardi

UDINE. Spunta una creditrice in più nell’eredità Bernardi. È l’ex compagna di Riccardo Di Tommaso (mancato il 24 gennaio dello scorso anno), una cinquantenne udinese con la quale l’imprenditore ha avuto anche una figlia (ancora oggi minorenne), che rivendica una somma record, vicina ai 15 milioni di euro. La donna chiama in causa i tre eredi maggiorenni di Di Tommaso: la moglie Fiorella Conchione (che insieme al marito ha fondato l’impero Bernardi) e i figli Diego e Silvia.

Ma non è finita qui. Perché lo studio Campeis ha scritto contemporaneamente anche al tribunale di Udine per essere autorizzato dal giudice tutelare a procedere pure nei confronti del trust che ora “governa” il gruppo Bernardi. L’avvocato Giuseppe Campeis infatti è convinto che la gestione del trust non tuteli i diritti della figlia minorenne avuta fuori dal matrimonio, ma subito riconosciuta. La legge infatti prevede che, in assenza di un testamento, tutti i figli abbiano gli stessi diritti. Ma non è solo la legge a stabilire questa parità. Secondo Campeis, anche la volontà del padre era chiara: avrebbe voluto trattare i figli in maniera uguale, cosa che invece non starebbe accadendo.

Da qui la volontà di procedere su due fronti distinti: da un lato sull’eredità diretta dell’imprenditore, dall’altro sulla gestione del gruppo che ha il cuore a Ronchis, sede della Bernardi group spa, nel cui consiglio di amministrazione siedono Diego e Silvia Di Tommaso, ma la mente in Inghilterra. Insieme alla moglie Fiorella Conchione, nel 2000 Di Tommaso aveva infatti deciso di affidare a un trust il controllo del suo impero. E non appena arriverà il via libera del tribunale Giuseppe e Massimiliano Campeis cercheranno di “aggredire” questo trust.

Per il momento però l’azione riguarda solo il patrimonio di Di Tommaso. Lo studio Campeis è convinto di avere un asso nella manica: un documento nel quale sarebbe lo stesso imprenditore a riconoscere nei confronti dell’ex compagna un debito di circa 15 milioni per l’attività che quest’ultima avrebbe svolto in una società nell’ambito del gruppo Bernardi. Per l’avvocato Bruno Simeoni, che tutela Fiorella Conchione, è però «inverosimile che Di Tommaso abbia firmato un documento del genere e sinceramente – ha aggiunto - non riesco a immaginarmi quale attività possa aver svolto la signora per avere diritto a un simile compenso».

Dello stesso avviso anche l’avvocato Luca Ponti, che invece difende i figli Diego e Silvia: «Dopo tanti anni di trattative con diversi avvocati è la prima volta che sentiamo parlare di questo documento che attendiamo di poter valutare, anche perché in passato ci sono già state presentate delle richieste rivelatesi poi prive di alcun fondamento o comunque senza esito». Quello che è certo è che la disputa sull’”eredità” di uno dei gruppi più importanti della regione, è diventata anche uno scontro tra tre dei più importanti avvocati del foro udinese.

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