Bersaglieri: difendere tricolore e dignità - FOTO

Il pellegrinaggio con 700 fanti piumati al tempio di Cargnacco per ricordare i caduti nella campagna di Russia
Cargnacco 10 Marzo 2013 cerimonia bersaglieri Copyright Petrussi Foto Press /turco
Cargnacco 10 Marzo 2013 cerimonia bersaglieri Copyright Petrussi Foto Press /turco

UDINE. Si sono presentati in 700, provenienti da tutto il nord Italia. I bersaglieri hanno partecipato con entusiasmo ieri mattina al pellegrinaggio cremisi nella giornata in ricordo dei caduti e dispersi in Russia. Il luogo dell'appuntamento era il tempio di Cargnacco, dove si sono ritrovati i fanti piumati di oggi e di ieri, al suono delle fanfare dell'undicesimo dell'Ariete e dei congedati di San Giorgio di Nogaro. Davanti al picchetto d'onore, c’è stata la deposizione della corona d'alloro davanti al cippo commemorativo della celere, da parte delle autorità civili e militari.

La cerimonia si è quindi conclusa con la messa all'interno del tempio, officiata dal cappellano militare, tenente colonnello Arturo Rizza, che nella sua omelia ha fatto anche un accenno al momento politico complicato e incerto che sta vivendo l’Italia. Uno spunto colto dal sindaco di Pozzuolo, Nicola Turello, il quale ha auspicato «una nazione che ritrovi davanti al tricolore la dignità che merita». In chiesa anche sette medaglieri, compresi quelli del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e dell'Emilia Romagna, assieme a quelli dell'Unir (Unione nazionale italiana reduci) e dell'Istituto Nastro Azzurro, che raccoglie tutte le medaglie d'oro italiane.

Promotore del pellegrinaggio cremisi (dal colore che comparve nelle mostreggiature e nelle filettature della prima giubba bersagliera di panno azzurro-nero della truppa, e in spalline, colletto, bande e manopole degli ufficiali), è dal 1986 il presidente provinciale dell'Anbi, Giorgio Borean, che ha richiamato nel suo intervento l'esempio di sacrificio dato da quei soldati che dalla Russia non sono mai tornati, e le cui spoglie riposano in parte (circa 9 mila dei 230 mila partiti per la campagna nelle steppe) proprio nella cripta di Cargnacco. «Il ricordo del terzo e sesto reggimento bersaglieri, inviati in Russia durante la seconda guerra mondiale, - ha detto Borean - unisce ogni arma, i cui uomini si sono sacrificati in nome della Patria».

Mescolati tra la gente, ad assistere alla cerimonia, ieri c’erano anche alcuni reduci. Pochi ormai, ma non hanno mancato di ricordare in un rispettoso silenzio di preghiera i commilitoni e gli amici che non sono tornati.

Al termine della celebrazione religiosa, c’è stata la deposizione di una corona d'alloro all'altare della cripta, dove il picchetto in armi e le associazioni combattentistiche e d'arma hanno reso l'ultimo omaggio ufficiale della giornata ai caduti (bersaglieri, fanti, alpini, militari di ogni arma) davanti allo sguardo sempre fiero e attento della medaglia d'oro al valor militare, Paola Del Din, e della nipote di un altro medagliato, Luigi Sbaiz.

Argomenti:bersaglieri

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto