Fleximan arriva in Friuli, sabotato e tagliato a Bertiolo l’autovelox

L’uomo, o un suo imitatore, ha agito lungo la Ferrata, l’ex strada provinciale 95 – al chilometro 7 e 500. Ha danneggiato l’apparecchiatura che si trova poco prima del confine con il Comune di Varmo

L'autovelox distrutto a Bertiolo
L'autovelox distrutto a Bertiolo

BERTIOLO. Fleximan, l’uomo (o un suo imitatore) che usa la smerigliatrice per tagliare i pali che sostengono gli autovelox, è arrivato anche a Bertiolo: durante lo scorso week-end, si ritiene nella notte tra sabato 14 e domenica 15 dicembre, ha colpito il Comune del Medio Friuli.

Ha agito lungo la Ferrata, l’ex strada provinciale 95 – al chilometro 7 e 500 – e danneggiato l’apparecchiatura che si trova poco prima del confine con il Comune di Varmo. Il sabotaggio è stato rilevato dai carabinieri di Codroipo che hanno effettuato un sopralluogo alla ricerca di eventuali indizi per poter risalire al responsabile del gesto. L’apparecchiatura – a noleggio – è gestita da Comune di Bertiolo.

«Pensiamo sia successo tra sabato e domenica – spiega il sindaco di Bertiolo, Eleonora Viscardis –, i primi ad accorgersi del danno sono stati i responsabili di una vicina attività che hanno fatto una segnalazione alla polizia locale e poi sono stati avvertiti anche i carabinieri che riceveranno una formale denuncia. Ed è stata informata, naturalmente, anche la Traffic Tech, azienda da cui noleggiamo le apparecchiature».

La prima cittadina ricorda che l’autovelox di Bertiolo è formato da due rilevatori posti a 4,7 chilometri di distanza l’uno dall’altro: tra Varmo e Bertiolo e alla rotonda di Virco. In quel tratto il limite massimo di velocità è di 90 chilometri orari.

«Se uno tiene una velocità media superiore ai 95 km/h (in quanto è prevista una tolleranza) – precisa Viscardis – allora scatta la sanzione. Il rilevatore preso di mira è quello che si trova nel nostro Comune, poco prima del confine con il territorio di Varmo. È la prima volta che succede un fatto del genere. Ma dopo aver letto le notizie dei tanti abbattimenti avvenuti in giro per l’Italia, temevo che arrivassero anche qui».

L’autovelox di Bertiolo

L’autovelox di Bertiolo, che dunque lavora sulla velocità media rilevata in un tratto di diversi chilometri e non su quella rilevata istantaneamente, è in funzione dal giugno del 2021, ossia da tre anni e mezzo circa.

«Ormai – sono ancora le parole del sindaco – è conosciuto, come posizione. E, secondo me, è anche efficace, in quanto sono diminuiti i verbali. I primi tempi venivano rilevate velocità medie anche di 150 km all’ora. Adesso le multe scattano per sforamenti più bassi ed è diminuito anche il numero dei verbali. Significa che l’effetto deterrenza c’è e i residenti mi dicono che ora anche loro, per spostarsi da una località all’altra del territorio comunale, possono usare quel pezzo della Ferrata con un po’ più di tranquillità. Inizialmente – ricorda – ogni anno c’erano circa 15 mila multe all’anno, adesso sono scese sotto quota 12 mila».

Il che significa che ogni giorno ce ne sono più di trenta.

I rilevatori di velocità funzionano in entrambe direzioni, ossia da Udine verso Portogruaro e viceversa. E poco dopo l’installazione, nel 2021, succedeva che fossero rilevate anche cento infrazioni da un lato e cento dall’altro.

«Lungo il tratto ci sono punti – riprende il sindaco Viscardis – in cui si dovrebbe rallentare molto, per esempio all’altezza dell’incrocio che porta poi alla frazione di Sterpo. E anche il palo di Virco è praticamente attaccato a una rotonda dove il limite è 50. Detto ciò, proviamo a immaginare a che velocità andavano gli automobilisti ai quali è stata contestata una velocità media di 150 km/h.

D’altra parte, se lungo quella direttrice non ci fosse stato un alto tasso di incidentalità e di mortalità, non sarebbero state concesse le autorizzazioni per l’installazione dei rilevatori. Capisco che le multe fanno male.

Ma non è giusto dire che “si fa cassa”, anche perché da un lato sono molto elevati i costi di gestione e, dall’altro, gli introiti vengono divisi con la Regione. Noi come amministrazione, di fronte a dati oggettivi sull’incidentalità, abbiamo accettato questo sistema di media (e non di rilevazione istantanea della velocità) perché pensavamo fosse meno penalizzante e funzionasse meglio come deterrente. Insomma, più che di incassi, avevamo bisogno di sicurezza.

È necessario capire cosa c’è dietro a certe scelte. Ci sono gli incidenti, c’è il fatto che qualcuno può perdere la vita. Domani la ditta incaricata farà un sopralluogo tecnico in vista del ripristino che avverrà a breve. Intanto – conclude –, saranno esaminati anche i video delle telecamere presenti nella zona per vedere se possono contenere elementi utili per le indagini».

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