Bicicletta rubata a Pordenone, lo incastra l’avvocato

Svaligiati studio legale e abitazione: parte del bottino messa in vendita sul web. Appuntamento-trappola e denuncia

PORDENONE. Un appostamento in stile “Le iene”, con la vittima nel ruolo di “attore” e gli uomini della questura pronti a intervenire. Mancava soltanto la telecamera nascosta, quindi niente servizio televisivo. Ma il trabocchetto ha funzionato, e il presunto ladro – o comunque il ricettatore – è stato incastrato e denunciato.

Protagonista della vicenda l’avvocato pordenonese Massimo Ranaldi, tornato in possesso della bicicletta che gli era stata rubata nel corso di un “raid” consumatosi all’interno di un condominio del centro di Pordenone, dove il legale ha lo studio professionale e dove, coincidenza, abita una collega di Ranaldi, l’avvocato Silvia Sanzogni.

Nella notte tra martedì e mercoledì erano stati segnalati i furti: qualcuno si era intrufolato in alcuni appartamenti del palazzo, tra cui quello dell’avvocatessa, cui erano stati asportati alcuni monili. Al mattino i due legali si erano incontrati e Ranaldi aveva raccontato alla collega di essere rimasto vittima pure lui di un furto, quello appunto della bici: assieme si sono recati in questura per sporgere denuncia.

Giovedì, in tarda mattinata, l’inattesa svolta. Un amico telefona all’avvocato Ranaldi: «Stavo leggendo alcuni annunci pordenonesi sul sito “Subito.it” (noto portale di vendite online, ndr) e ho visto la tua bicicletta! Sono sicuro, è proprio la tua».

Una rapida scorsa sul sito per verificare, ed ecco spuntare l’annuncio della bici in vendita – riconoscibile grazie a un particolare fanalino rosso – con tanto di fotografia. A quel punto il legale torna in questura per segnalare il fatto e gli agenti gli propongono di organizzare la messinscena per incastrare il colpevole.

Una telefonata al numero indicato nell’annuncio, un appuntamento fissato per le 18 in un luogo concordato e il ricettatore è pronto a finire in trappola. All’orario stabilito Ranaldi si presenta all’incontro e il venditore della bici arriva puntuale.

Dall’accento e dal colore della pelle sembra di origine magrebina. Dopo un approfondito controllo del velocipede, l’avvocato accerta che in effetti si tratta dell’oggetto di cui era stato derubato. Un segno convenzionale agli agenti appostati e per il venditore abusivo non c’è scampo.

Ora si tratterà di appurare se sia stato effettivamente lui a rubare la bicicletta e se sempre lui sia il colpevole degli altri furti commessi nel palazzo quella notte. Sicura, tuttavia, la denuncia per ricettazione.

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