«Bilanci in crisi? Riaprire i bordelli»

Polcenigo, la ricetta dell’ex leghista candidato sindaco. «A Colonia le case chiuse valgono il 20% delle entrate»

POLCENIGO. «Riapriamo le case chiuse: a Colonia valgono un +20% nel bilancio comunale». Conti alla mano e ticket al piacere a luci rosse, nella campagna elettorale che il candidato sindaco Egidio Santin ha lanciato a Polcenigo. Lancia in resta contro la legge Merlin: «Abolirla, grazie». E l’ex leghista incassa i voti di quelli in trasferta nei bordelli austriaci.

Serata “calda” e pienone nel bar Sprizzetto, a San Giovanni, dove Santin ha riempito le sedie e presentato la squadra della lista civica «più scuola, più lavoro, più sicurezza, più parco». Davanti agli avversari di altre liste (sono 4 i candidati-primi cittadini) con videocamere accese, perché l’infilata di battute su fatti e misfatti in paese, può muovere gli avvocati con querele e diffide incorporate alla campagna elettorale. Quando prende la parola, l’ex vicesindaco della giunta Del Puppo fa saltare i nervi a molti, si sa, nella Pedemontana.

Poi, che dirà lo storico comitato delle prostitute di Pia Covre, è un dettaglio: avanti tutta e urna aperte il 21 e 22 aprile. «Modello Austria e Germania: case chiuse da riaprire – dice Santin –. Sale per uomini e per donne con tasse da versare ai Comuni». Primo: tagliare i costi alla politica e tasse a gogò sul piacere trasgressivo. Secondo: a nudo la corruzione della vecchia “casta”. Terzo: rilanciare Polcenigo.

In via Due muri, la serata è partita con l’affondo sui “boudoir” e “club privé” che sono il “lato B” di una società a caccia di nuovi canoni per saldare i conti sospesi del terzo millennio. «Basta ai falsi moralismi di vecchia scuola democristiana o comunista – le canta ai vecchi “lupi grigi” politici Santin –. Diciamo la verità senza paura: la prostituzione è fisiologica in tutti i tempi e società. Quindi, legalizziamo il “mestiere” e facciamo pagare le tasse alle prostitute, comprese le escort d’alto bordo”. E la dedica va ai “single”: uomini soli con pochi euro in tasca per potersi permettere l’extra nell’alcova, a meno che non ci sia un tariffario tassato e, magari, scaricabile dal 730. Una volta, il bordello più vicino era a Sacile, all’ingresso della città e dopo 50 anni e passa, a Polcenigo si possono intercettare al massimo massaggiatrici da “call-center”.

«Affrontiamo la realtà – incalza Santin – e parliamo di cosse serie per fermare il declino del nostro paese –. Dobbiamo puntare al rilancio dell’economia, al lavoro, alla legalità e sicurezza».

Fatti e misfatti, aveva promesso. «Offriamo i retroscena della politica locale – cioè più misfatti che fatti dice Santin – senza veli. Interessi particolari, incarichi politici sovracomunali e pagati dai cittadini, con il retropalco della politica locale: tutto nei verbali del Comune e delibere».

A dirgli che c’era anche il vicesindaco Santin, nell’ultima giunta Del Puppo, fa partire la controffensiva. «C’ero – ammette – ma ero la minoranza in giunta. Mi hanno bloccato e scaricato. Non sono mai stato un yes man in politica».

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