Bimba viene alla luce in un bivacco in mezzo ai boschi

Parto eccezionale a 1.300 metri di quota dove i genitori vivono isolati: nessuno li ha aiutati
Venzone 03 Giugno 2015 bambina nata in un rifugio Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti
Venzone 03 Giugno 2015 bambina nata in un rifugio Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti

VENZONE. Nata nei boschi, in mezzo alla natura, lontana dal “sistema”. Chi ha letto il libro “Walden ovvero vita nei boschi” di Henry David Thoreau si ricorderà la fantomatica avventura dello scrittore americano che nel 1845 decise di lasciare la società e di vivere per ben due anni in mezzo al bosco, alla ricerca di un rapporto intimo con la natura.

Lei invece, in mezzo alla natura, ci è proprio nata. Il suo nome è Amina ed è venuta al mondo alle 5 del mattino del 25 maggio nel bivacco Coi sopra Portis, a 1.300 metri sul livello del mare.

A scegliere di farla nascere in un posto così lontano dalla “civiltà” sono stati i suoi genitori, Roberto e Miriam, lui 50 anni e lei 24. Entrambi provengono da Trieste. Circa un mese fa hanno lasciato il capoluogo regionale e con il treno hanno raggiunto le Alpi Giulie, sopra Venzone.

Non avevano una meta precisa, ma soltanto la voglia di vivere in mezzo ai boschi dove mettere al mondo la loro figlia. «Volevamo fare un percorso – ha raccontato Roberto – e vivere la cosa in modo personale. Normalmente, si pensa che un bambino possa nascere soltanto in un ospedale, ma noi avevamo la necessità di tornare all’essenza delle cose, così come erano un tempo».

Scesi a valle solo per registrarla all’anagrafe

Era l’ultima domenica di aprile quando Roberto e Miriam, con i loro zaini sulle spalle, hanno lasciato la città per raggiungere le montagne friulane. Arrivati a Venzone, hanno preso il primo sentiero che hanno trovato e hanno raggiunto prima il rifugio Cjariguart sopra Portis, dove hanno passato qualche settimana, e poi si sono spostati nel bivacco Coi, sempre sul monte Plauris a 1.308 metri di altitudine. É lì che, oltre a vivere di quello che la natura ha messo loro a disposizione, hanno preparato il nido in cui far nascere Amina.

«Noi cercavamo un posto e della solidarietà – racconta ancora Roberto – e li abbiamo trovati. Abbiamo soggiornato in luoghi che sono tenuti curati da altre persone come bivacchi e rifugi dove c’erano le cose necessarie che ci hanno permesso di mangiare e riscaldarci. Un po’ di esperienza io ce l’avevo già per vivere in mezzo alla natura, ma abbiamo anche trovato la solidarietà delle persone come le guardie forestali che abbiamo incontrato e ci hanno aiutato».

Nasce a 1.300 metri: parla il sindaco

Chi ha fatto loro visita in queste settimane ha subito notato che la donna era incinta, ma loro non hanno fatto capire che mancava davvero poco a quel parto. E così, nella notte del 25 maggio, quella bambina è nata.

I due genitori hanno fatto tutto da soli e le cose sono andate tutte per il verso giusto: lo ha potuto confermare anche Tiziano Basso, primario all’ospedale di Tolmezzo, che lo scorso venerdì è stato portato da loro con l’elicottero per controllare come stava la neonata.

Infine, su richiesta dell’amministrazione comunale, i due genitori sono scesi con la loro piccola in municipio a Venzone per registrare ufficialmente quella nascita.

«Non è stato facile – ha raccontato ancora Roberto – perché eravamo preoccupati di come sarebbe stata presa la cosa, ma abbiamo trovato la solidarietà necessaria e siamo stati capiti. Forse, in una piccola comunità come questa è più facile rispetto a una grande città, dove noi non vogliamo più ritornare».

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