Biogas a Lestizza, pro e contro in un lungo dibattito

LESTIZZA Forse muterà l’agricoltura nel comune, con metà dei terreni coltivabili destinati alla produzione di energia: questo il nuovo scenario che si potrebbe prospettare con l’ok del consiglio...
ANTEPRIMA Trivignano 4 Maggio 2004. Ore 11.00.INAUGURAZIONE CENTRALE PER IL RECUPERO DEL BIOGAS PRESSO LA DISCARICA.Telefoto Copyright Foto Agency Anteprima ©
ANTEPRIMA Trivignano 4 Maggio 2004. Ore 11.00.INAUGURAZIONE CENTRALE PER IL RECUPERO DEL BIOGAS PRESSO LA DISCARICA.Telefoto Copyright Foto Agency Anteprima ©

LESTIZZA

Forse muterà l’agricoltura nel comune, con metà dei terreni coltivabili destinati alla produzione di energia: questo il nuovo scenario che si potrebbe prospettare con l’ok del consiglio comunale alla variante 20 sulla realizzazione d’impianti a biogas da liquami e biomasse da coltivazioni locali. L’argomento è stato discusso in un incontro promosso a Santa Maria da un comitato di cittadini.

La principale relazione è stata quella di Mauro Molaro, del comitato di Sedegliano, che ha evidenziato le differenze col progetto in atto in quel comune: non si tratta di un inceneritore a biomasse, in quel caso assai inquinante, ma d’impianti ridotti (al massimo da 1 MW, per un totale di 3 MW sul territorio), dei “digestori” di liquami provenienti da allevamenti e di cereali. Il metano ottenuto dalla fermentazione è sfruttato in loco per la produzione di energia elettrica. «L’impatto – ha spiegato Molaro – resta circoscritto ai 300 metri di distanza dalle case, salvo l’andamento del vento e l’aumento di trattori in circolazione». Critico Luciano Zorzenone, coordinatore dei comitati per l’ambiente, secondo cui «il digestato non è innocuo; inoltre il calore viene buttato». Per Umberto Floreani l’iniziativa «impatta su 4 mila abitanti, ma il guadagno è per pochi». Un’articolata analisi da Ennio Dordolo (Arsia), secondo cui «sono preferibili piccoli impianti aziendali; questi incentivi distruggeranno la zootecnia». Produrre mais per l’energia è infatti più conveniente. L’ex sindaco Amleto Tosone bocciando le biomasse ha ricordato che «l’energia verde la paga il cittadino, tuttavia nella nostra realtà un’alternativa di mercato ci vuole». Daniele Marangone, imprenditore agricolo: «3 MW non stravolgono il territorio e non c’è pericolo che vi si smaltiscano rifiuti, perché l’impianto andrebbe in crisi».

In una nota, il sindaco Gomboso (presente all’incontro) ha fatto sapere d’avere spiegato che gli impianti previsti sono dedicati al conferimento di prodotti zootecnici e insilati e sono a zero impatto ambientale poichè privi di emissioni (odori, fumi, polveri sottili eccetera). Considerato poi il notevole vantaggio apportato alle aziende del territorio che, conferendo i propri prodotti, ne ricaveranno fertilizzanti naturali da utilizzare per le coltivazioni.

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