«Bivera, il poligono serve ma siamo pronti al dialogo»
SAURIS. L’Esercito italiano, impegnato su tanti fronti che vanno dall’Afghanistan al Libano, deve preparare il suo personale in maniera adeguata, e per farlo non può prescindere dalle attività addestrative anche con l’uso di armi e munizioni. I poligoni, compreso quello del Bivera, che piaccia o no sono dunque indispensabili.
Il loro utilizzo tuttavia non deriva da “appropriazioni” di porzioni del territorio da parte dei militari, ma da ben definiti disciplinari che regolano le attività, sottoscritti anche dalle autorità locali. E’ questo nella sostanza il contenuto delle dichiarazioni che il comandante dell’Esercito per il Friuli Venezia Giulia colonnello Federico Maria Pellegatti ha fatto ieri durante un incontro tenutosi a Udine alla caserma Reginato di via Pracchiuso, presente anche il colonnello Renato Biancamano.
Le numerose prese di posizione - nel corso dell’ultimo anno - da parte delle comunità e dei loro sindaci, che denunciano crescente preoccupazione e insofferenza nei confronti di attività dai risvolti innegabilmente pesanti hanno indotto dunque i vertici dell’Esercito a voler fare chiarezza, spiegando i contenuti degli accordi e le modalità di attuazione.
«Per il poligono del monte Bivera il disciplinare è stato sottoscritto nel 2010 e firmato dal comandante di allora e dall’assessore Federica Seganti per la Regione - ha spiegato il colonnello Pellegatti -. Esso ha validità di 5 anni, ma ciò non significa che non possa essere rivisto, con un iter che è previsto e può essere attivato. L’accordo prevede l’utilizzo per venti giorni feriali annui, nei periodi tra il primo maggio e il 15 giugno e tra il 16 ottobre e il 31 dicembre. Prevale - ha specificato Pellegatti - di norma la scelta del periodo autunnale, per non interferire con i periodi riproduttivi della fauna selvatica».
L’Esercito italiano, ha aggiunto, tiene a sottolineare il suo impegno per le aree e la loro tutela, garantendo la massima collaborazione con le autorità locali. A curare la gestione del poligono del Bivera è la brigata alpina Julia e infatti quell’area è impiegata prevalentemente da unità di truppe alpine - ha spiegato ancora Pellegatti - , con attività a fuoco (armi automatiche, mortai, brillamenti con esplosivi di limitata entità).
Tutta una serie di misure di prevenzione e sicurezza viene attivata in occasione delle attività, con un elicottero pronto a levarsi in volo da Casarsa mentre in loco vengono presi accordi con il corpo forestale regionale. Inoltre un nucleo di bonifica ha il compito di intervenire al termine di ogni esercitazione firmando un verbale che è fatto pervenire al Comando di Trieste.
Tutti gli atti sono pubblici, ha spiegato Pellegatti, soffermandosi in particolare sul fatto che ogni tre mesi si riunisce il comitato misto paritetico in cui le proposte della componente civile vengono considerate discusse. Quanto all’ipotesi di utilizzo da parte di altre forze, non è esclusa la possibilità di concedere l’area addestrativa per motivi di necessità e urgenza. La prevista ridislocazione a Vicenza di militari americani ora in Germania potrebbe concretizzare questa ipotesi.
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