Blasoni e gli ex vertici patteggiano e Sereni Orizzonti sborsa 3,4 milioni

UDINE. C’è una istanza di patteggiamento sul tavolo del gip del tribunale di Udine Massimo Carlisi, vincolata a un importante risarcimento danni, per il patron di Sereni Orizzonti, l’imprenditore e politico udinese Massimo Blasoni, e per gli ex vertici del colosso friulano coinvolti nella maxi inchiesta della Guardia di finanza di Udine e chiamati a rispondere di frode nell’esecuzione dei contratti di fornitura.

Ipotesi, questa, derubricata rispetto a quella iniziale più grave (anche in termini sanzionatori) di truffa aggravata ai danni delle aziende sanitarie di sei Regioni e di alcuni ospiti e relative famiglie.

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La società ha messo sul piatto 3,4 milioni di euro che dovranno essere restituiti alle aziende sanitarie territorialmente competenti per una trentina di soggetti tra case di riposo e comunità per minori, in quanto parti offese nel procedimento, affinché possa essere accolto il rito alternativo.

Il vincolo: risarcimento integrale

L’udienza, in Camera di consiglio, è dunque slittata al 28 aprile: termine entro il quale dovrà essere effettuato il pagamento, sulle cui definizioni e modalità si è discusso a lungo ieri. La questione è il perno attorno al quale ruotano i patteggiamenti delle pene, concordati dalle difese con il sostituto procuratore Paola De Franceschi in corso di indagini preliminari, che sono stati infatti richiesti con la formula dell’attenuante del danno integralmente risarcito proprio per ottenere un beneficio in termini sanzionatori.

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Le richieste di patteggiamento

Per Massimo Blasoni, assistito dagli avvocati Luca Ponti e Fausto Discepolo, la pena concordata è di 11 mesi e 460 euro di multa, ma l’imprenditore non potrà beneficiare della pena sospesa, di cui si è già avvalso in precedenza. Per tutti gli altri, invece, il patteggiamento è condizionato alla sospensione condizionale della pena. L’allora consigliere d’amministrazione Marco Baldassi, rappresentato da Giovanni Donazzolo, ha presentato istanza per 3 mesi e 15 giorni di reclusione e 300 euro di multa.

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Per Judmilla Jani, ex direttrice di “Area 1”, e Federico Carlassera, responsabile del personale, entrambi assistiti dal legale Maurizio Miculan, sono stati concordati 8 mesi di reclusione e mille euro di multa; per Laura Spera, responsabile del personale, (difesa dall’avvocato Roberto Mete) 5 mesi e 20 giorni di reclusione e 450 euro di multa; per il già direttore di “Area 2” Sergio Vescovi (rapprsentato sempre da Mete) 3 mesi e 25 giorni di reclusione e 350 euro di multa, visto il suo minor coinvolgimento nella vicenda; per l’ex direttore dell’“Area 2” Claudio Salvai (difeso da Rossana Veneziani del foro di Torino) 4 mesi e 350 euro di multa.

L'inchiesta

L’operazione della Guardia di finanza era scattata il 24 ottobre 2019 al termine delle indagini partite da una verifica fiscale condotta nella primavera 2018 ed era sfociata in otto arresti e nel sequestro preventivo ai fini della confisca di oltre 10 milioni di euro (somma ritenuta indebitamente erogata alla società dal 2016 al 2018). Blasoni era stato sottoposto a custodia cautelare in carcere a Udine.

Stessa misura per Carlassara in cella a Tolmezzo, Baldassi sempre nel capoluogo friulano e Jani, nel carcere femminile di Trieste: per tutti poi la misura era stata attenuata con gli arresti domiciliari e la successiva revoca. Sono stati i contenuti delle conversazioni intercettate al telefono e negli uffici della sede della Sereni Orizzonti, in via Vittorio Veneto, ad aver convinto gli inquirenti di trovarsi di fronte a un meccanismo di frode sistematico.

I 10 milioni di euro sequestrati agli indagati sono stati sbloccati in cambio della consegna, a titolo di cauzione, dello storico palazzo Kechler di piazza XX settembre, pur se a fronte di un valore stimato in circa 5 milioni di euro.

A dicembre la revoca della misura cautelare in carcere di Blasoni, accolta dal giudice per le indagini preliminari, Mariarosa Persico (la prima richiesta di attenuazione della misura cautelare formulata dal collegio difensivo era stata rigettata il 12 novembre dal presidente relatore del tribunale del riesame di Trieste, Laura Barresi. Al patron della Sereni Orizzonti (che dopo il suo arresto si era data una nuova governance) sono stati concessi gli arresti domiciliari dopo 48 giorni di carcere.

La reazioni di Blasoni

«Sereni Orizzonti è nata dal nulla 20 anni fa, dalla passione di due udinesi. Oggi il gruppo – sottolinea il patron –, che costruisce e gestisce residenze per anziani, occupa 3.500 lavoratori in Italia, Germania e Spagna e assiste 5.000 ospiti in 90 strutture.

La friulana Sereni Orizzonti rappresenta una delle prime due realtà di settore in Italia. Patteggio per salvare tutto questo, non c’è altro mezzo, non c’è altro da dire. Resto convinto delle mie ragioni, ma anche del fatto che prima viene la salvaguardia dei posti di lavoro e dell’azienda.Ora proceda la nuova governance, c’è molto da fare per gli anziani in questo momento.

Da parte loro, i legali Ponti e Discepolo esprimono «grande soddisfazione per tutti i risultati ottenuti dopo un grande sforzo profuso in tutte le direzioni e grazie anche a un confronto leale e continuo con la Procura della Repubblica, di cui apprezziamo la sensibilità e l’attenzione ai problemi sociali».

La nuova governance

«Siamo soddisfatti – spiega Simone Bressan, amministratore unico di Sereni Orizzonti Holding – perché la vicenda si sta concludendo confermando l’estraneità della società, che in questi 12 mesi ha continuato ad offrire servizi di qualità ai suoi 5.000 ospiti e garantito i livelli occupazionali a beneficio dei suoi 3.500 dipendenti. Un risultato reso possibile dalla passione e dalla professionalità dei nostri collaboratori, nonché dalla Procura della Repubblica».

La Procura

«Si è inteso privilegiare una risposta di giustizia pronta ed efficace in relazione a una vicenda estremamente complessa e articolata, che ha richiesto puntuali accertamenti della Gdf, un notevole sforzo dell’autorità inquirente e che ha visto la fattiva collaborazione dei collegi difensivi»: è il commento della titolare dell’inchiesta De Franceschi e del procuratore facente funzioni Claudia Danelon.

La Procura ha formulato il consenso al patteggiamento sulla base «del recepimento, già a partire dall’esecuzione delle misure cautelari a carico degli indagati, da parte della governance di Sereni Orizzonti dei rilievi concernenti la carente gestione delle strutture assistenziali; della sostanziale collaborazione prestata dai principali indagati con ammissione delle proprie responsabilità».

Si è tenuto conto «del significativo esborso che il principale imputato effettuerà a favore degli enti persone offese e al cui perfezionamento e al pagamento delle spese processuali sono subordinati tutti i patteggiamenti e che «la conclusione del procedimento prima della formulazione dell’avviso di conclusione delle indagini consente di chiudere le posizioni dei principali indagati (7 su 10) senza attendere la fase dibattimentale, con risparmio di tempi ed energie».

 

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