Blitz anti-Ogm, il pm: "Si archivi"

Fidenato: «Colpa della depenalizzazione, lo Stato non tutela la proprietà privata»
Colloredo di Montalbano 07 giugno 2014.Semina OGM, incontro con gli agricoltori. .Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Colloredo di Montalbano 07 giugno 2014.Semina OGM, incontro con gli agricoltori. .Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

PORDENONE. «Vi faccio vedere il decreto di archiviazione di quell’azione di violazione della mia proprietà privata e di alcune mie piante di mais Ogm». É il post pubblicato ieri sul proprio profilo Facebook da Giorgio Fidenato, leader di Agricoltori federati, che ha allegato una foto della richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica di Pordenone per il reato di danneggiamento per 24 indagati in relazione a un’incursione risalente all’agosto del 2013, in cui erano state distrutte piante di mais nel campo di Fidenato a Vivaro.

«Mi rendo conto che il pm non avrebbe potuto agire diversamente. Ha dovuto prendere atto della depenalizzazione che ha toccato alcuni reati, tra i quali il danneggiamento – ha poi dichiarato Fidenato al Messaggero Veneto –. Dal mio punto di vista, però, la frustrazione è tanta anche perché viene da chiedersi se viviamo in uno Stato in cui la proprietà privata conta ancora qualcosa».

«A me pare che non ci sia la minima tutela – ha aggiunto l’agricoltore –. Nel mio campo c’erano cartelli con la scritta proprietà privata e divieto d’accesso. Eppure non sono serviti a nulla. Ma non mi arrendo e continuerò la mia battaglia giudiziaria in sede civile».

Nella richiesta di archiviazione postata da Fidenato, si rileva che a seguito della riformulazione dell’articolo 635 del codice penale (il danneggiamento, appunto) «si valuta che la condotta ascritta agli indagati non costituisca più reato, non ravvisandosi gli elementi costitutivi del delitto di danneggiamento oggi punibile».

Si osserva comunque «che il danneggiamento è avvenuto in luogo di proprietà privata, il campo dove sono state distrutte le piante di mais». Il pm evidenzia poi che «mancano i requisiti della minaccia e della violenza alla persona, non essendovi sul posto nè il proprietario Fidenato nè altri soggetti terzi diversi dai partecipanti». Infine, le piante di mais non rientrano nell’elenco del riformulato articolo 635 (dove figurano invece vigneti, alberi o arbusti fruttiferi, boschi, selve o foreste).

Nel dicembre dello scorso anno, con la condanna di 34 imputati a quattro mesi (pena sospesa con la condizionale), si era conclusa la terza tranche dei procedimenti legati al precedente raid nel campo di mais di Fidenato, avvenuto il 9 agosto 2010. Ambientalisti e no global friulani e veneti avevano attuato il blitz anti-Ogm in tuta bianca. I manifestanti avevano calpestato le piantine, radendole al suolo e distruggendo il fondo coltivato a mais tipo “Montesanto 810”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Argomenti:ogmambiente

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto