Blitz del Noe di Udine a Trieste: scoperta azienda che non trattava i rifiuti speciali



Perquisizioni e sequestri per un valore complessivo di oltre un milione di euro, sono state effettuate ieri ad opera dei Carabinieri del Noe di Udine a conclusione di un’indagine coordinata dalla Dda di Trieste per contrastare il traffico illecito di rifiuti. I carabinieri hanno anche eseguito tre ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e una – a carico di un udinese – agli arresti domiciliare) a carico di amministratori e di personale di una società del settore, che si trova in provincia di Trieste.

Si tratta della Noemi srl (Acquisto Metalli) che ha sede a Duino Aurisina in località Stazione, un’azienda nata nel 2004 e specializzata nel commercio di rottami mettalici e ferrosi.

La stessa azienda è stata sequestrata assieme agli automezzi di proprietà.

I provvedimenti sono stati eseguiti in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Puglia.

Ulteriori decreti di perquisizione e sequestro sono in corso di esecuzione a carico di altre tre società – allo stato non indagate – operanti nel settore del trattamento rifiuti, nelle province di Bari, Brescia e Venezia.

Perquisizioni personali e sequestri sono stati emessi anche a carico di altri tre indagati residenti nella provincia di Trieste, Gorizia e Venezia.

I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Trieste su richiesta della Procura, concludono un’attività di indagine avviata nell’agosto 2016 dai Carabinieri del Noe di Udine.

Le indagini hanno permesso di individuare le responsabilità di una strutturata organizzazione criminale costituita da più soggetti che, nell’ambito della gestione dei rifiuti speciali, aggirava le normative di settore attraverso un «giro bolla», producendo anche falsi documenti di trasporto.

Attraverso diverse operazioni e mezzi fraudolenti, il gruppo effettuava lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, costituiti principalmente da «contrappesi e valvole di pneumatici» di cui era specialista la Noemi srl.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, attraverso i suoi autisti e con i suoi mezzi, la Noemi srl d’indagine raccoglieva i rifiuti speciali su tutto il territorio nazionale, rilasciando agli interessati (per lo più gommisti) falsi formulari e destinando tali rifiuti direttamente a impianti compiacenti siti in Lombardia, Veneto e Puglia, senza passare attraverso l’impianto sito in provincia di Trieste per il trattamento necessario, come invece la normativa di settore prevede.

L’azienda riusciva così a ottenere ricavi eliminando quasi del tutto quelle che sarebbero state le spese di trattamento del rifiuto, generando un volume di affari illecito pari a circa 2 milioni di euro. —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto