Bloccato corriere della droga: tre chili di hascisc nello zainetto

Un cittadino, giorni fa, ha riferito ai carabinieri i suoi sospetti sugli strani movimenti di un viaggiatore in zona stazione. I militari dell’Aliquota operativa del Norm di Udine hanno approfondito la segnalazione e, al termine di alcuni pedinamenti, hanno arrestato un presunto corriere della droga, un milanese di 39 anni, Giovanni Grussu, giunto in città con uno zainetto contenente circa tre chili di hascisc. Con lui sono finiti nei guai due udinesi: Carlo Esposito, 30 anni, incensurato e il coetaneo Joe Fezza, per il quale gli investigatori hanno ritagliato un ruolo marginale nella vicenda. Ieri il Gip Daniele Faleschini Barnaba durante l’udienza di convalida ha disposto la custodia in carcere per Grussu ed Esposito e i domiciliari per Fezza.
Il blitz, come hanno spiegato ieri in conferenza stampa il capitano Alberto Granà e il luogotenente Giorgio Menga, è scattato sabato mattina, quando un viaggiatore corrispondente alla descrizione è stato individuato in stazione. Militari in borghese sono saliti con lui su un bus della linea 1 e con lui sono scesi in zona ospedale, dove lo hanno visto avvicinarsi a due giovani che erano davanti a un bar in via Pieri. Hanno anche visto il “viaggiatore” aprire lo sportello di un’utilitaria e lasciare lo zaino e a quel punto hanno deciso di intervenire. «Riteniamo di aver intercettato un carico rilevante del valore di circa trentamila euro destinato alla piazza di Udine» ha dicharato il capitano Granà. «Il mio assistito non ha mai avuto contatti col mondo della droga - ha chiarito l’avvocato Maria Giovanni Membrino, difensore di Esposito - e ha capito quanto gli è costato fare un favore a un amico. Il suo compito, infatti, come abbiamo spiegato, era ritirare lo zainetto, ma non sapeva cosa c’era dentro». «Il mio assitito - ha sottolineato l’avvocato Pieraurelio Cicuttini, che segue Fezza - si è trovato lì al momento dell’intervento dei carabinieri, ma non ha avuto alcun ruolo nella vicenda». Infine Grussu, tutelato dall’avvocato Marco Cavallini, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Vogliamo poter valutare gli atti» ha precisato il legale.
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