“Body sushi”, a Zoppola lo spuntino diventa erotico Foto Video

La singolare inziativa di un locale che ha presentato in maniera sexy i tradizionali sapori della cucina giapponese

ZOPPOLA. Un uomo e una donna nudi su un bancone e ricoperti di sushi, il tipico piatto giapponese a base di riso, verdure, alghe e pesce crudo da gustare con la salsa wasabi o di soia: all'Opium, locale aperto lungo la Pontebbana a fine settembre a Zoppola, all'interno del nuovo centro gioco Planet Fun, ecco l'aperitivo a base di body sushi, con vassoi umani dai quali i partecipanti si servono direttamente e liberamente. Un evento parecchio insolito, che richiama – c’è da aspettarselo – molte persone incuriosite.

«Dopo l'esordio positivo della scorsa settimana – spiega il gestore del locale Adriano Cerato, imprenditore trevigiano molto conosciuto in Friuli visto che gestisce anche il Mr Charlie a Lignano e in passato ha condotto il Royal a Cordenons –, abbiamo deciso di riproporre questo aperitivo innovativo, anche perché, che ne sappia io, siamo i primi in regione a organizzarlo».


L'Italian body sushi (questo il titolo dell'evento, mentre il sottotitolo ammiccante è l'Aperitivo italiano sexy) si tiene a ingresso libero (si pagano le consumazioni al bar) ogni domenica sera. Dj set, luci soffuse, una clientela che in media ha dai 25 anni in su. Insieme a Cerato, anima dell’evento è Kasia Raffin, cordenonese con origini giapponesi, che insieme a Loraine Colaguori prepara i corpi dei modelli ingaggiati tramite l’agenzia Premiere di Pordenone. «In Giappone è un'arte antica – racconta Kasia mentre appoggia un involtino vicino al braccio della modella –, l'ho studiata e ho deciso di portarla qui da noi per proporre qualcosa di nuovo che non si era mai visto».
La preparazione dei corpi, iniziatasi alle 18.45 per non lasciare troppo tempo i modelli senza vestiti nonostante il riscaldamento, si conclude alle 19, orario di apertura al pubblico del locale. «La scorsa settimana – racconta Vale Rio, la modella stesa sul bancone –, dopo 30 secondi hanno cominciato a mangiare: a me è piaciuta molta come esperienza, le due ore sono volate ed eccomi a rifarlo per la seconda volta. E poi mi piace il locale, una sintesi di quelli che si trovano a Milano o Los Angeles e che qui da noi mancava: ci sono venuta la prima volta come cliente ed eccomi ora al centro della scena».

Il cibo non è a contatto con la pelle: il sushi (preparato dallo chef Arvis) è appoggiato su foglie decorative mentre i modelli (che portano una ricca e scenografica maschera sugli occhi) indossano mutandine color carne. All'arrivo dei primi avventori tante foto con gli smartphones, ma anche qualche timidezza iniziale, poi qualcuno ha rotto il ghiaccio per tutti cominciando a servirsi dall'insolito vassoio.
L’iniziativa si presta a reazioni contrastanti.

Per qualcuno – si è detto – è un'arte che si rifà a modelli del Sol Levante, molto diffusi anche negli Stati Uniti, e come tale, come arte, dev’essere trattata. Per altri è l'ennesimo esempio di mercificazione del corpo umano, soprattutto femminile. Ma tra i presenti, ieri, prevale decisamente la curiosità. Gli organizzatori non temono le critiche e incassano i complimenti.

«Qualche avventore scettico all’inizio – conclude Cerato – mi ha detto che pur essendo un'iniziativa audace è organizzata con buon gusto e non è volgare. Per chi non vuole mangiare il sushi sui corpi c'è ovviamente il buffet normale dal quale potersi servire. Infine qualcuno mi ha già chiesto di organizzare un body sushi proprio come si fa in Giappone, dove ogni tavolo ha la sua modella: ma la vedo dura, comporterebbe costi troppo alti. Pensate che laggiù si arriva a pagare una cena di questo tipo 500 euro a persona».
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto