Bombe e granate in cucina e sotto il letto

ARTA TERME. Condividevano la passione per la montagna, ma soprattutto per le armi. Sotto il letto e dietro i battiscopa delle rispettive cucine nascondevano un vero e proprio arsenale da guerra. Granate, bombe a mano, mitragliatrici, tubi esplosivi e innumerevoli cartucce per fucili e pistole: tutti materiali pericolosi. «Sarebbe bastata una scintilla per causare uno scoppio e mettere in pericolo l’intero vicinato», affermano i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine che hanno condotto l’operazione, al termine della quale è stato arrestato un goriziano e denunciato un giovane di Arta Terme.
La passione per la montagna
L’indagine ha preso le mosse dall’attività clandestina di recupero dei materiali che la coppia faceva in montagna. I due amici si ritrovavano ogni fine settimana per alcune escursioni lungo l’arco alpino regionale, in particolare in Carnia. Durante le passeggiate nei sentieri, dotati di metal detector, rinvenivano cimeli della Grande Guerra, ma anche monete e manufatti risalenti all’epoca romana. L’interesse della coppia non si limitava però agli oggetti di antichità, ma si estendeva agli esplosivi.
Il blitz dei carabinieri
I carabinieri – l’indagine è volta a capire il canale di approvvigionamento dei materiali da guerra e non è escluso che i due stessero per vendere le armi – hanno eseguito il blitz lunedì mattina nelle rispettive abitazioni su mandato delle due Procure di Udine e Gorizia. Le attività di perquisizione condotti dai militari dell’Arma, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Gorizia e Tolmezzo, hanno consentito di rinvenire nella casa del goriziano, al primo piano di via Rastello, a pochi passi dalla prefettura, una “Santa Barbara” tra la camera da letto e dietro il battiscopa della cucina. Complessivamente i carabinieri hanno sequestrato e messo in sicurezza, grazie alla collaborazione del Terzo Reggimento Genio Guastatori, 81 ordigni esplosivi (bombe a mano e granate), 6 proietti da cannone, calibro 149 millimetri, 851 cartucce da fucile e 196 da pistola. Sono stati anche rinvenuti caricatori per mitragliatrice, polvere da sparo, tubi esplosivi, materiale vario per la ricerca, come visori notturni e metal detector, oltre a tre piantine di marijuana del peso di due etti circa. A casa, invece, del 23enne di Arta Terme sono state trovate non solo armi, ma anche decine di monete e anelli risalenti all’epoca romana e 23 punte di freccia di materiale metallico e ferroso di epoca medievale. Il goriziano è stato tratto in arresto per il possesso illegale di ordigni esplosivi e sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Il giovane di Arta Terme è stato denunciato per le ipotesi di violazione in materia di ricerche archeologiche e possesso illecito di beni culturali.
«Poteva essere una strage»
Il capitano Lorenzo Pella, comandante del Nucleo carabinieri non esita a ritenere che «tutta quella mole di armi poteva mettere in pericolo il vicinato. Bastava una scintilla per causare uno scoppio».
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