Bonifica amianto negli edifici: oltre 300 interventi in un anno

GEMONA. Oltre 300 operazioni di rimozione delle fibre d’amianto da abitazioni, capannoni ed edifici pubblici. Questo il volume delle attività di bonifica che il dipartimento di prevenzione dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 3 Alto Friuli Medio Collinare ha seguito nel corso del 2016.
«Si tratta di interventi che hanno riguardato principalmente strutture private, abitazioni, rustici e pertinenze di modeste dimensioni» commenta Barbara Alessandrini, responsabile del settore Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Ogni singolo intervento deve essere affidato a un’azienda specializzata nell’opera di bonifica, ve ne sono un centinaio in regione autorizzate a effettuare questo tipo di lavori, premette la responsabile.
«L’impresa deve quindi tempestivamente redigere un Piano amianto e inviarlo all’Azienda sanitaria, un’operazione che dall’inizio dell’anno sarà possibile effettuare telematicamente – prosegue la dottoressa Alessandrini –. Le ditte specializzate dovranno accreditarsi presso l’Azienda sanitaria».
Il portale avrà la duplice funzione di consentire alle imprese di inviare per via telematica i piani e le notifiche all’Aas3 di compilare automaticamente una relazione annuale sulle attività di bonifica svolte, che ogni impresa è tenuta a trasmettere annualmente alle aziende sanitarie stesse e alla Regione. Le informazioni trasmesse consentono alle Aziende sanitarie di vigilare sulla salute e sicurezza dei lavoratori impiegati nelle bonifiche e di mappare la presenza di amianto sul territorio, misurando i quantitativi di materiale raccolti e smaltiti annualmente dalle imprese specializzate.
La responsabile della struttura ricorda che per qualsiasi intervento di rimozione dei materiali che contengono fibre di amianto è necessario l’intervento di un’azienda specializzata ed è fatto divieto ai proprietari di provvedervi autonomamente anche per piccole superfici che riguardino pollai, tettoie, legnaie o simili. «È ovviamente vietato anche lo smaltimento abusivo di tali materiali, che costituisce reato e genera conseguenze di tipo penale».
Quanto ai controlli effettuati dall’Azienda nel corso del 2016 – sull’ubicazione del cantiere, i tipi e i quantitativi di amianto manipolati, l’attività e i procedimenti applicati, il numero di lavoratori interessati e le misure adottate per limitare l’esposizione dei lavoratori all’amianto – il servizio di Prevenzione dell’Aas ha individuato e sanzionato numerose irregolarità che fortunatamente riguardavamo solo obblighi amministrativi e non derivavano dall’inosservanza di norme tali da mettere a repentaglio la salute dei lavoratori o di terzi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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