Boom dell’Aria spray: «I ragazzi lo usano come una droga»

Allarme da un negoziante di Pordenone: «Lo dico da padre di famiglia». Pulisce gli schermi di telefonini e pc. «Vendite triplicate»

PORDENONE. E’ una semplice ed apparentemente innocua bomboletta di aria compressa spray, di quelle che si usano per soffiare via la polvere dalle tastiere dei computer e dura il tempo di diversi utilizzi. Allora perché da due mesi a questa parte sembra esserci un’impennata nelle vendite?

Il sospetto è venuto giusto ieri a Guido Scapolan, contitolare con la sorella Gilda dell’omonimo negozio di ferramenta di via Pietro del Zoccolo, a fianco della Casa di cura San Giorgio a Pordenone, quando ha notato che a richiedere queste bombolette di “Aria Spray”, di diverse marche, erano sempre di più e sempre più spesso dei ragazzini delle scuole medie.

Arrivano in gruppo al bancone del suo negozio, ne chiedono a volte più di una, pagano e a domanda rispondono: «Ci serve per pulire i telefonini». Tutto perfettamente legale, dato che la vendita ai minori non è vietata.

Una semplice ricerca in internet ha però svelato il possibile, quanto allarmante motivo di questa rincorsa dei giovanissimi pordenonesi alla bomboletta spray. Acquistabili in qualsiasi ferramenta a 5 euro, se inalate procurano euforia a causa del propano e dell’isobutano che contengono, gas propellenti dell’aria spray. Modificano udito e vista, dando un finto benessere.

Ma i danni provocati alla mielina del cervello, ai neuroni e ai polmoni sarebbero senza ritorno. L’allarme in Italia è già stato lanciato il 9 aprile da La Nazione, quotidiano di Firenze. Un altro gestore di ferramenta al confine tra Scandicci e Firenze raccontò che un ragazzino gli aveva addirittura spiegato l’uso che ne faceva.

«La utilizzano perché li fa andare fuori di testa – aveva raccontato al giornale – il ragazzino me l’ha detto chiaro e tondo: quando usciamo la sera e non ci danno alcol da bere inaliamo il gas delle bombolette per divertirci».

Il fenomeno è nuovo, ma sembra avere raggiunto anche la provincia. Potrebbe essere quindi una banale bomboletta la frontiera del nuovo sballo chimico dei più giovani. La denuncia la lancia attraverso le colonne del nostro giornale, e per primo a Pordenone, proprio Scapolan, che da ieri ha vietato a tutti i suoi collaboratori di vendere ai minori di 18 anni tale prodotto.

«Dalle cinque o sei a settimana che ne vendevo fino a un paio di mesi fa – ha raccontato – ora siamo a una ventina: un numero che non giustifica l’utilizzo che ne fa la mia solita clientela. Il fatto che a richiedermele siano spesso e volentieri gruppi di ragazzini mi ha insospettito. Ho fatto una semplice ricerca in internet e ho scoperto il possibile motivo. Sono padre e vorrei lanciare l’allarme alle famiglie: fate attenzione».

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