Boom di aperture festive nei centri commerciali

Nuova legge: maratona di domeniche lavorative nella grande distribuzione Difficile, però, che aumentino i consumi. Assunzioni ridotte al lumicino

di Enri Lisetto

La grande distribuzione ricalibra le sue aperture a seguito della deregulation nel comparto commercio introdotta dal governo Monti. E nutre molti dubbi sul fatto che possa fare ripartire i consumi da una parte e l’occupazione dall’altra. Un primo effetto è all’orizzonte: domani, festa dell’Epifania, contrariamente al passato (l’ultima volta fu nel 2007 prima della modifica della riforma regionale voluta dalla giunta Illy), i centri commerciali saranno aperti: sia perché la legge ora lo consente sia perché da oggi partono i saldi di fine stagione.

«Questa legge porterà ad un aumento dei costi – esordisce Gabriele Valdevit, direttore del centro Meduna di Pordenone – perché tutte le grandi strutture tenteranno di aprire il più possibile. Basterà che lo faccia una e di conseguenza gli altri si adegueranno, non tanto per contrattaccare quanto per difendersi». Frenano i consumi, «la capacità di spesa resta quella di prima, ma nessuno avrà il coraggio di tenere chiuso». Meduna aperto anche l’8 e domenica 22, chiuso il 15 e il 29. Per il momento: il 10 si riunirà il consiglio di amministrazione per decidere il da farsi.

Domani sarà come una domenica di dicembre anche per Emisfero di Fiume Veneto, Bennet di Sacile (a quanto pare intenzionata a tenere aperto tutte le domeniche dell’anno, mentre la Sme di Pordenone le dovrebbe contingentare) e Carrefour di Portogruaro. «Ho molti dubbi che la liberalizzazione porti ad un incremento dei consumi – è la riflessione di Marco Piscicelli, direttore del centro commerciale di Fiume Veneto –. La gente magari passeggerà anche di notte, ma non spenderà. Noi restiamo in stand-by, abbiamo comunicato le 25 domeniche canoniche, poi si vedrà, sarà importante capire cosa faranno gli altri». Nell’Udinese la tendenza è di un’apertura continuativa, l’Emisfero aprirà il 6 e l’8, il 15 chiuso per inventario. La prossima settimana si saprà la strategia per le ultime due domeniche di gennaio. L’occupazione? «In teoria dovrebbe incrementare, perché nessuno sarà disponibile a lavorare tutte le domeniche. Le grandi aziende forse qualche assunzione la faranno, mi preoccupano i negozi di vicinato dove non sarà possibile sostenere ulteriori costi. Il problema vero è che mancano i soldi e, di conseguenza, la gente non spende. Vedremo se a regime – conclude il direttore dell’Emisfero – tutte le caselle andranno a comporre un mosaico perfetto».

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