Boom di disoccupati italiani Nuovo servizio “orienta lavoro”
Nel 2016 i connazionali adulti in carico al Comune di Pordenone sono aumentati del 22,5 per cento Riorganizzato lo sportello che offre una formazione sartoriale: un caso su quattro ottiene un impiego

Adulti sempre più in difficoltà. E sempre più spesso di nazionalità italiana: uomini e donne over 40 che sono usciti dal mondo del lavoro e che, dopo ave utilizzato gli ammortizzatori sociali a disposizione si trovano a bussare all’ultima porta, quella che non hanno mai conosciuto prima, la porta dei servizi sociali. Per questo l’assessorato alle politiche sociali e l’Ambito di Pordenone – l’assessore Eligio Grizzo e la dirigente Miralda Lisetto – hanno deciso di riorganizzare il servizio orienta lavoro dei servizi sociali. Non uno sportello per tutti, ma per quelle persone che, selezionate dagli assistenti sociali, «hanno una prospettiva davanti – spiega Lisetto – sono pronte a ricominciare».
Disagio.
Sui circa 5 mila utenti dell’ambito socio assistenziale, Pordenone ne ha in carico 3226. Un numero che, in un anno, ha registrato un incremento di 273 persone. A far lievitare i numeri è soprattutto l’area degli adulti dove si registra un numero stabile di persone disabili (156), un aumento costante degli immigrati che passano da 820 a 887 (+ 8,2 per cento) e un incremento sostanzioso degli italiani: più 22,5 per cento (da 626 sono diventati 767).
Lo sportello.
Pordenone, che da anni fa scuola in materia di politiche sociali attive, ancora una volta ha scelto di agire spingendo su una misura «che punta al reinserimento delle persone nel mercato vero – sottolineano alle politiche sociali – e non a dare solo una risposta assistenziale che di fatto destina le persone a una dipendenza cronica al servizio». La decisione è stata quindi quella di individuare un assistente sociale dedicata a valutare le persone da avviare al servizio orienta lavoro e potenziare quest’ultimo che nel tempo ha elaborate buone prassi «anche grazie alle buone relazioni generate nel tempo con i centri per l’impiego e il mondo delle cooperative».
Mercato vero.
Il vanto del servizio, tuttavia, è quello di essere riuscito a creare una rete «con circa 120 attori del mercato – piccole aziende, negozi eccetera – che collaborano e ci consentono di inserire le persone in esperienze di formazione che possono essere anche anticamera di un’occupazione stabile. Il rapporto con i privati – spiegano gli operatori – si costruisce nel segno della trasparenza. Spiegando quali possono essere le difficoltà della persona inserita e scegliendo anche di non mandare nessuno se in quel momento non si ritiene di avere un profilo adatto da inserire in azienda». Rispetto a una media di inserimenti, che si trasformano in lavoro, molto bassa, Pordenone ha un tasso – studiato a livello nazionale – del 25 per cento. «Per questo – aggiunge Lisetto – abbiamo deciso di scommettere ancora». I percorsi di formazione vengono valutati in base alle persone: genere, competenze, abilità pregresse. Si punta a una formazione il più possibile “sartoriale”, su misura. Particolarmente soddisfatto l’assessore Grizzo. «Quella di oggi è una nuova partenza, un modo concreto per aiutare tanti italiani in difficoltà».
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