Boom di videopoker, allarme della Regione: la minaccia è il web

L’assessore alla Salute conferma l’esplosione dei casi. «Scommesse online pericolose soprattutto per i giovani»

UDINE. Parla di un fenomeno in esplosione e non nasconde la propria preoccupazione l’assessore regionale alla salute, Maria Sandra Telesca, che al gioco d’azzardo ha riservato da subito un’attenzione speciale.

A distanza di tre anni dall’inizio del mandato molto è stato fatto, ma il problema è lungi dall’essere risolto. Enorme, tentacolare, multiforme. Con l’aggravante dell’approdo sulla rete che oggi è di fatto incontrollabile. «È l’aspetto che mi preoccupa di più – confessa l’assessore – perché sul web abbiamo le mani legate ed è il luogo in cui anche i ragazzi, viceversa tutelati nel caso delle slot (vietate fino a 18 anni) possono con relativa semplicità venire in contatto con il gioco».

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Molto è cambiato dall’anno in cui l’assessore si è fatta carico del referato alla Salute all’interno della giunta di Debora Serracchiani. «Ricordo bene che allora i referenti dei servizi mi raccontarono di essere preoccupati per le dinamiche del gioco d’azzardo. Eravamo proprio nel momento in cui il fenomeno era lì, lì per esplodere. I numeri oggi certificano che purtroppo la crescita c’è stata».

Nel 2016 si sono affidati ai servizi sociali 172 nuovi utenti per un totale di oltre 400 persone in cura. Tante rispetto al passato, poche se si considera che la maggior parte di coloro che sono affetti da una patologia legata al gioco d’azzardo non è in cura. «Fino a tre, quattro anni fa il gioco non era considerato nemmeno un problema. Ora i servizi per le dipendenze si stanno attrezzando.

Quanto a noi, attendiamo di vedere cosa uscirà dal comitato ristretto, consapevoli però – continua Telesca – che il problema non si ferma alle macchinette, ma come detto si estende sulla rete e oltre confine». Impossibile (o quasi) intervenire in questi casi, relativamente più semplice è invece con le slot.

All’esame del comitato ristretto ci sono alcune proposte di manutenzione della legge regionale 1/2014 che ha introdotto – tra l’altro – il divieto di installare nuove apparecchiature entro un raggio di 500 metri dai luoghi sensibili. Quelle vecchie però sono rimaste e l’intervento di manutenzione della norma dovrebbe correggere la stortura. Forse introducendo un periodo entro il quale gli esercizi dotati di slot si adeguino alla prescrizione. O incentivando l’abbandono delle apparecchiature con uno sconto sull’Irap.

Proposte, queste ultime due, a firma Andrea Ussai (M5s) e Mara Piccin (Fi) che il comitato prenderà in considerazione con l’obiettivo di arrivare a una sintesi. Sia per quanto attiene le modifiche alla 1, che prima dell’Aula saranno presentate ai portatori d’interesse, sia per legge-voto che Gino Gregoris lunedì ha proposto al comitato quale strumento idoneo a “suggerire” al Parlamento misure che la regione, essendo la materia del gioco di competenza statale, non potrebbe adottare autonomamente.

Il tema dei temi è in questo caso la pubblicità: fatti salvi i canali generalisti nell’intervallo dalle 7 del mattino alle 22, non conosce altre limitazioni e richiede a detta dei componenti il comitato un intervento restrittivo. Non l’unico.

Tra le file del comitato di ipotesi ne stanno maturando altre. Roberto Novelli (Fi) propone l’utilizzo, come già avviene per le macchinette automatiche delle sigarette, di introdurre l’utilizzo obbligatorio del codice fiscale per l’accesso a ogni tipo di gioco.

Dal lotto al bingo per arrivare alle slot. «In questo modo – afferma Novelli – faremmo diventare tracciabile il gioco con più di una conseguenza positiva. Su tutte la scoperta dell’evasione fiscale, che c’è, basti pensare a quante persone giocano migliaia di euro al mese a fronte di risicate dichiarazioni dei redditi. Ciò non sarebbe più possibile. In molti rinuncerebbero alla “partita” e gli irriducibili invece incapperebbero nel rischio di essere scoperti dal fisco».

Novelli rincara la dose. E tende allo Stato un guanto di sfida. «All’uso del codice fiscale dovrebbe accoppiare anche l’oscuramento dei siti internet dedicati al gioco. Almeno di quelli con server sul territorio italiano perché lì davvero non c’è alcuna forma di controllo ed è il luogo – conclude l’esponente di Forza Italia facendo eco all’assessore Telesca – dove i nostri ragazzi rischiano oggi maggiormente di cadere nella trappola».

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