Brendolan prosciutti verso due anni di Cig straordinaria
SAN DANIELE. Si profilano due anni di cassa integrazione straordinaria per i lavoratori della Brendolan prosciutti spa che nella sola San Daniele, dove conta su tre stabilimenti produttivi, occupa circa 60 persone. Scaduta la cassa ordinaria, che verrà meno proprio questo fine settimana, i dipendenti torneranno al lavoro da lunedì e vi resteranno fino alla metà di luglio, quando dovrebbe partire il nuovo periodo di ammortizzazione. Così almeno è stato garantito dai vertici del gruppo mantovano Virgilio (azionista di maggioranza della Brendolan) a rappresentanti sindacali e Rsu.
«In questi giorni – ha fatto sapere Fabrizio Morocutti di Flai Cgil Udine – sarà messa a punto la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 24 mesi che poi sarà firmata direttamente al ministero del Lavoro. L’azienda ci ha inoltre garantito il regolare pagamento degli stipendi di giugno e della 14esima».
Messa al sicuro l’occupazione, restano molti interrogativi. In particolare, non è dato sapere quale sarà il futuro dei tre stabilimenti che Brendolan conta a San Daniele. Tutto dipenderà dalle scelte che farà il liquidatore. Nominarlo sarà compito dell’assemblea dei soci che il 16 luglio si riunirà anzitutto per ratificare la decisione presa dal Cda segnatamente alla messa in liquidazione volontaria della spa quindi per scegliere il commissario liquidatore. Uno o più. In Friuli le parti sociali sperano in un pool di commissari, il più possibile vicini alle realtà locali.
«L’auspicio – conferma Morocutti – è che il liquidatore sia scelto tra i soci, sia insomma uno che le aziende le conosce, interessato non solo a batter cassa, ma anche a dare una prospettiva di continuità alle imprese». Ogni operazione, che si tratti di affitto di ramo d’azienda o direttamente di acquisto, dovrà muovere dalla difficile situazione in cui oggi versa il gruppo, alle prese con 62 milioni di debiti e 40 milioni di valore fermi nei magazzini a causa del blocco del pegno rotativo da parte degli istituti di credito.
A nulla finora è valsa la richiesta di svincolo del pegno avanzata dal gruppo al tribunale di Mantova: «La materia prima è ancora ferma, subisce la perdita di peso e dunque di valore», denuncia il sindacalista. «L’azienda si è dimostrata disponibile nei confronti dei lavoratori a fare il possibile perché il contraccolpo di questa situazione sia più indolore possibile. Ora aspettiamo – conclude Morocutti -, sperando si faccia avanti un imprenditore, se possibile espressione del territorio, pronto a dare continuità all’impresa».
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