Brischi entra nel cda di Insiel ma con la spa ha due contenziosi
La Regione lo aveva citato per un danno di circa 630 mila euro. Nel mirino anche una consulenza. Il consiglio regionale ha nominato per la partecipata anche Leopoldo Bonetti e Antonio Sette.

UDINE. Sergio Brischi torna a Insiel e si apre un caso sull’opportunità della scelta. Il manager settantacinquenne è entrato nel consiglio di amministrazione, ma è compatibile o no con il nuovo incarico? Ci sono due vertenze ancora aperte tra la Regione e il manager che risalgono ad alcuni anni fa. Nel primo caso Brischi era amministratore delegato e direttore generale della società che allora faceva capo al gruppo Telecom Italia-Finsiel.
Il ritorno del triestino Brischi al vertice della società informatica ieri ha fatto discutere nei corridoi della politica, ricordando proprio le vertenze aperte. «E se non è un caso di incompatibilità, quantomeno lo è di opportunità», hanno commentato alcuni consiglieri regionali.
Un contensioso risale a oltre dieci anni fa, quando Brischi era amministratore delegato e direttore generale della spa; la causa è stata promossa nel 2009 da Insiel con un’azione legale successivamente attivata con delibera dalla giunta regionale. I fatti risalgono al 1999 quando Insiel aveva stipulato un contratto con l’Amt (Azienda per la mobilità e i trasporti) di Genova per la fornitura di un database conforme allo standard europeo Transmodel per la pianificazione e la programmazione del servizo trasporti Amt. Il 12 febbraio 2001 l’Amt aveva lamentato il «cattivo funzionamento del prodotto»; ciò avrebbe «cagionato un danno di 9 miliardi (cioè di ben dieci volte il corrispettivo dell’appalto)».
L’Amt aveva quindi avviato un’azione legale nei confronti di Insiel, la quale a sua volta «aveva chiamato in giudizio una società terza, fornitrice di un componente informatico». Insiel il 7 giugno 2002 aveva denunciato il sinistro alla Meie, la propria compagnia di assicurazione, e cinque anni dopo aveva «definito la controversia con Amt pagando la somma di euro 880.077,16».
Al momento dell’accordo tra Insiel e Amt il legale della società informatica aveva dato comunicazione alla compagnia assicurativa, ma era stato sottolineato il «mancato rispetto dei termini per la denuncia del sinistro» così che la compagnia assicuratrice Aurora aveva proposto alla Spa informatica un indennizzo parziale di 250 mila euro, facendo subire alla Spa una perdita netta di 630.017,16 euro.
Nel luglio 2007, l’amministratore delegato Stefano De Capitani (ai tempi della giunta Illy) aveva illustrato al cda i fatti constatando che «la responsabilità era da addebitarsi all’amministratore delegato di allora». E il 16 febbraio 2009 fu presentata anche una segnalazione alla procura della Corte dei conti. Un mese dopo, nel marzo 2009, sotto la presidenza di Valter Santarossa, l’assemblea dei soci di Insiel si era nuovamente occupata del caso. Da qui il via all’azione legale da parte della giunta regionale guidata da Renzo Tondo. La stessa giunta che ha richiamato Brischi in società.
Ma c’è anche un altro contenzioso aperto. In questo secondo caso è contestata una consulenza di 232 mila euro, affidata nel 2005 a Sergio Brischi dal suo successore Stefano De Capitani, dopo che Brischi si era dimesso da ad nel maggio dello stesso anno. Le dimissioni di Brischi erano arrivate dopo l’acquisto delle quote di Finsiel (società che faceva capo a Telecom Italia) da parte della Regione, che divenne proprietaria al 100% di Insiel. Da qui l’interesse della Procura regionale della Corte dei conti.
Ieri, infine, sono state completate le nomine del cda di Insiel con l’elezione di due componenti. Dopo che la Giunta per le nomine si era espressa a favore con un parere all’unanimità, anche il consiglio regionale ha scelto Leopoldo Bonetti e Antonio Sette tra i candidati.
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