Brugnera, addio a “Mina”: fondò il primo bar in paese

di Manuela Boschian
BRUGNERA
Nonna Mina se n’è andata. Guglielmina Piccinato Zanette, fondatrice del bar in via Nazario Sauro che ancora porta il suo nome, è deceduta ieri all’età di 94 anni. Con lei, Brugnera ha perso una delle sue figure più conosciute e amate.
Nata il 25 novembre 1916, Guglielmina Piccinato, nota a tutti col diminutivo di Mina, riassume in sé la storia di tante donne della sua generazione, fatta di una pasta forte e indomita. Rimasta vedova di guerra a 26 anni, con un figlio ancora piccolo da crescere e i genitori ormai anziani da accudire, Mina non si arrende. Nata e cresciuta a Brugnera, in paese rimane sino a 32 anni, quando, persi entrambi i genitori, si rimbocca le maniche e con coraggio scrive l’ennesimo, nuovo capitolo della sua esistenza.
Ormai priva di obblighi familiari che la trattengano nella sua terra d’origine, all’epoca avara di lavoro di opportunità, prende su il figlioletto e parte per la Svizzera. Vi rimarrà fino agli inizi degli anni Cinquanta. Dopo di che, messo da parte con fatica un piccolo gruzzolo, torna a Brugnera. In paese si guarda attorno, ma le fabbriche sono ancora poche e i lavori destinati a una donna decisamente limitati. E’ così che, dal nulla, nel 1954 Mina decide di aprire un pubblico esercizio. In pratica, la prima osteria del paese. «Non aveva luce, non aveva riscaldamento, in pratica erano quattro muri – ricorda la nuora Fanny Anzanello, che l’ha tenuta in casa e accudita sino alla fine –, ma mia suocera non si è mai arresa. Si pensi che agli inizi il locale era illuminato solo dai lumi a petrolio». Via via, le migliorie e gli ampiamenti, con l’aggiunta di un piccolo emporio e la rivendita di tabacchi. Dal 1966, infatti, Mina può contare anche sul suo unico figlio, Ennio Zanette, e sulla nuora Fanny, che uniscono le forze e assieme a lei portano avanti l’attività, continuando con le migliorie. La gestione familiare degli Zanette prosegue fino al 2004, quando il bar Da Mina viene ceduto. Ma Guglielmina Piccinato resta e rimarrà sempre “la Mina” del bar, che per oltre cinquant’anni da dietro il bancone ha visto passare generazioni e cambiare le mode.
Salvo gli inevitabili acciacchi dell’età, nonna Mina è rimasta autonoma e lucida fino all’ultimo giorno. Un improvviso malessere nel fine settima, e ieri si è spenta nella casa dove viveva con il figlio Ennio e la nuora Fanny. Oltre a loro, lascia le nipoti Laura e Andreina e il pronipote Francesco. Non ancora stabilita l’ora dei funerali, ma di certo si sa che saranno celebrati domani nella parrocchiale di Brugnera.
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