Brusaferro: «Troppe fake news, la pandemia si supera coi risultati scientifici»

Udine, il presidente dell’Iss mette in guardia sulle informazioni distorte. E il ministro Manfredi conferma i fondi su diritto allo studio, ricercatori e medicina
Il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, in conferenza stampa alla protezione civile per fare un punto sulla situazione del coronavirus in Italia, Roma, 5 marzo 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, in conferenza stampa alla protezione civile per fare un punto sulla situazione del coronavirus in Italia, Roma, 5 marzo 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Inaugurazione dell'anno accademico a Udine: per la prima volta online per l'epidemia

UDINE. «La pandemia si supera con le conoscenze scientifiche non con informazioni spesso distorte o comunque non attinenti alla realtà che continuano a circolare attraverso i social network aperti a ognuno di noi». Collegato da remoto, dal salone di palazzo Antonini-Maseri, il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, ha messo in guardia dalle fake news e sollecitato il sistema universitario, compreso l’ateneo friulano, a ripensare le attività di formazione, la ricerca e la cosiddetta terza missione in funzione delle sfide future a cui la pandemia ci sta sottoponendo.

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La cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, il quarantatreesimo dell’ateneo voluto dalla gente, si è trasformata in un’analisi su come contrastare il coronavirus.

«Lo sforzo di traslare la conoscenza nei nostri contesti sociali» rientra nella terza missione che assieme alla formazione e alla ricerca può indicare la strada. Brusaferro, in qualità di componente della comunità accademica friulana e di presidente dell’Iss, ha invitato a riflettere proprio sul «fenomeno dell’infodemia, ovvero sulla circolazione massiva di informazioni non sempre verificate e corrette.

Abbiamo tutti testimonianze quotidiane di come circolino e trovino credito le fake news e come i fondamenti della nostra società e i metodi scientifici siano messi in discussione. In questa prospettiva – ha aggiunto – tutto il mondo universitario è chiamato a effettuare sforzi e investimenti straordinari nella ricerca ».

Il numero uno dell’Istituto superiore della sanità è convinto che «riusciremo a superare questa sfida grazie agli straordinari risultati in tempi ristrettissimi della ricerca scientifica, che tocca tutte le discipline e che raggiunge i migliori risultati grazie alla condivisione globale dei dati, senza vincoli di confine.

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La ricerca di cui abbiamo bisogno non è solo quella biomedica – ha concluso –, un po’ tutti i settori sono chiamati a dare delle risposte». Brusaferro pensa all’informatica, alla sensoristica, alla chimica, alla comunicazione, al diritto, che sono anche i settori su cui sta tarando l’offerta didattica l’università di Udine.

L’altro elemento portante per un Paese – sono sempre le parole di Brusaferro – è anche la capacità di formare professionisti preparati ad affrontare il Covid e altre eventuali emergenze sanitarie. In questo caso la formazione non può fermarsi a quella universitaria, Brusaferro pensa alla formazione continua, alla formazione post-laurea «come elementi da strutturare in modo stabile e sistematico».

Da qui l’invito a ad analizzare «il grande esperimento naturale della didattica a distanza che l’università ha saputo mettere in piedi in poco tempo». E nel ringraziare la scuola di medicina dell’ateneo friulano perché ha saputo formare «ottimi professionisti, Brusaferro ha concluso augurando alle giovani generazioni che stanno osservando la situazione che stiamo vivendo di «entusiasmarsi e di decidere di spendere la loro vita nella ricerca per mettere al servizio delle comunità nuove conoscenze e nuovi strumenti».

Un invito questo condiviso anche dal ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, collegato da Roma a pochi minuti dall’inizio del Consiglio dei ministri.

«È intenzione del Governo e del Ministero incidere sugli investimenti per il diritto allo studio, sia utilizzando i fondi ordinari, sia le risorse del Recovery fund, per aumentare il sostegno alla residenzialità, alle borse di studio, e per un ulteriore riduzione in futuro della tassazione degli studenti universitari».

Proprio per invogliare sempre più studenti a iscriversi all’università, Manfredi ha ricordato gli sforzi fatti con un intervento emergenziale che ha consentito di allargare la no tax area e aumentare il numero delle borse di studio. «Nella finanziaria che approveremo – ha aggiunto – c’è la messa a regime di queste risorse che saranno permanenti e consentiranno di mantenere queste agevolazioni per sempre».

Il ministro si è soffermato anche sul nuovo piano straordinario per reclutare altri 3.300 ricercatori dopo i 1700 già assunti lo scorso maggio. A tutto ciò, il ministro ha aggiunto «l’allargamento del piano straordinario per l’avanzamento dei ricercatori che possono diventare professori associati».

Soffermandosi poi sulla ricerca, Manfredi ha sottolineato che «il nuovo Prin conterà su un investimento di oltre 700 milioni più un fondo in finanziaria di altri 450 milioni per progetti legati al piano nazionale di ricerca in fase di approvazione».

Infine il ministro, ringraziando la comunità di Udine e la sua università, «perché hanno dimostrato in momenti difficili di avere una grande capacità di reazione e un grande collegamento al territorio», ha annunciato che il governo valorizzerà anche «il ruolo della medicina universitaria, con un ulteriore sostegno alle specializzazioni e con la revisione delle logiche e dei modelli organizzativi». —


 

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