Buco Exe, paga pure la Provincia
UDINE. La falla nei conti Exe ha un effetto domino. Dopo l’ok a un bilancio in rosso di 2,3 milioni di lunedì, ora gli azionisti fanno i conti. Palazzo Belgrado perde 680 mila euro per il minore valore del pacchetto azionario della Exe, ma anche la Net (partecipata del Comune di Udine) ci rimette 220 mila euro, sempre per lo stesso motivo. Più salato il conto per il Comune di Lignano che detiene il 23% delle azioni: 280 mila euro. Sono poi i 31 mila euro della Comunità montana Carnia, poco meno di 10 mila euro per il Comune di Manzano e 734 euro di Legambiente. Per un totale di circa 1,2 milioni. Perché non tutto il buco è assorbito dal capitale sociale (già passato da 5 a 3,7 milioni).
La parte restante, ovvero 1,1 milioni, è coperta con l’utilizzo delle riserve. E qui sorge il secondo problema. Perché la relazione approvata lunedì dall’assemblea con l’unico voto favorevole della Provincia – rappresentata dal presidente Pietro Fontanini – azzera i fondi. Se a bilancio per il 2012 sono indicati 291.047 euro per la “riserva legale”, il cda Exe propone (e l’assemblea approva) il prelievo della medesima cifra per riappianare il bilancio. Così per la “riserva statutaria”: tutti i 356.707 euro a bilancio servono per riparare le falle. E pure la “riserva straordinaria” si vede sottrarre per intero i 514.504 euro a bilancio. Insomma, le riserve Exe sono a zero. Ma è proprio da questa voce che si pesca in caso di mancati utili.
Ora molti azionisti sono preoccupati. Perché le prospettive per il 2013 non sembrano rosee. Con il blocco della discarica di Trivignano, lo stop al centro di raccolta di Lignano e la bocciatura del risanamento della discarica Romanello, i flussi in entrata sono ridotti all’osso. C’è l’impianto di sfruttamento di biogas di Trivignano, per esempio, ma l’energia prodotta nel 2012 è in calo rispetto all’anno precedente e ha portato nelle casse della Spa meno di 27mila euro.
Tanto che nella relazione sulla gestione del bilancio firmata dal presidente Franco Soldati, si sottolineano i «risultati sempre più modesti in considerazione della ultradecennale attività». Quello 2012, nelle intenzioni del Cda è il bilancio che riappiana le gestioni precedenti. E riparte dai progetti Asvo e Palmè, il primo per il recupero dei rifiuti spiaggiati, il secondo per la lavorazione dei rifiuti stradali.
Ma ecco il terzo problema: entrambi entreranno a pieno regime nel 2014. Il che lascia un punto di domanda sul bilancio 2013. C’è, infine, la relazione del collegio sindacale. Giovanni Cucci, Andrea Stedile e Stefano Chiarandini il 12 giugno (la relazione è stata consegnata ai soci soltanto lunedì), scrivono che il «bilancio Exe è stato redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero la situazione patrimoniale, economica e finanziaria». Il collegio concorda con la proposta di «destinazione del risultato d’esercizio», ma accende una spia: «Gli accantonamenti relativi alle partecipate potrebbero non essere adeguati considerata la loro situazione patrimoniale». Ergo: c’è ancora margine di perdita.
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