Bufera sulla banca di Cividale La denuncia: tassi da usura in diversi conti correnti
UDINE. L’ipotesi - perché di questo si tratterà finchè non arriverà un “giudizio” vero - è inquietante: possibile usura. A sollevarla, per conto dell’associazione FedercontribuentiFvg, è una perizia di Giovanbattista Gennari, già iscritto all’albo dei commercialisti, già docente di diritto economia e matematica finanziaria.
È probabile che in questi giorni FedercontribuentiFvg presenti un esposto alle Procure della Repubblica di Udine, Tolmezzo, Gorizia, Trieste e Treviso nei confronti della Banca di Cividale. «Chiederemo - spiega il professionista - che le Procure accertino quello che abbiamo “scoperto”; nel caso contrario, sono anche pronto a essere denunciato per calunnia. Chiedo cioé di sapere se nelle documentazioni da me esaminate, vale dire un certo numero di conti correnti, esista l’effettiva applicazione di un tasso di interesse tale da superare il relativo “tasso di soglia” e quindi da manifestare l’avvenuta applicazione di un tasso usuraio».
Ipotesi, come si diceva, davvero inquietante. «Io - si schermisce il professionista - ho esaminato alcuni estratti conto di clienti della Banca di Cividale. Non so cosa accada negli altri istituti di credito, ma temo davvero che si tratti di una sorta di piaga largamente diffusa su tutto il territorio». Nelle conclusioni della sua perizia, Gennari sostiene che, «anche non considerando il fatto che i “numeri” accolti nei conteggi che precedono sono esattamente quelli utilizzati dalla banca e quindi comprensivi dell’aumento fittizio dovuto all’influenza dell’”anatocismo”, vale a dire il calcolo degli interessi sugli interessi e dei “giorni banca”, il tasso di soglia risulta inequivocabilmente superato. Quindi, il tasso annuo effettivo globale applicato dalla banca in tutti i rapporti esaminati è usuraio, con le conseguenze che ne derivano».
A far lievitare gli interessi oltre la soglia prevista (in alcuni casi esaminati, secondo il professionista, si è raggiunto anche un tasso annuo effettivo del 150%) sono soprattutto le spese per le commissioni addebitate senza motivazioni. «Secondo il Codice penale - dice ancora Giovanbattista Gennari -, tutto ciò che si addebita e che non sia una tassa fiscale o uno specifico costo o un servizio specifico, concorre a formare il tasso di interesse. Una volta ottenuto l’incarico, ho ritenuto mio compito esaminare con grande attenzione e prudenza e con speciale approfondimento le risultanze di ciascun rapporto in relazione ad alcuni trimestri».
Gennari sostiene che non si tratta di alcun accanimento nei confronti della Banca, che in questi giorni si trova nell’occhio del ciclone di alcune importanti inchieste. «Del resto - precisa -, io stesso sono uno dei soci di questa popolare. Non ho dunque nulla di personale nei confronti dell’istituto di credito, al cui interno conosco diversi professionisti che stimo molto. Mi spiace dover fare questa azione, ma io ho ricevuto un incarico professionale che ho voluto onorare con una perizia senza esimermi dall’affrontare un’ipotesi così delicata».
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