Caccia ai cinghiali a Gorizia città: abbattuti sedici esemplari

Task-force all’opera soprattutto a Piedimonte e Piuma tra case e campi coltivati. L’assessore provinciale Cernic: problema serio per la sicurezza delle persone

GORIZIA. È scattata la caccia ai cinghiali in piena città, a pochi passi dalle case. Si tratta di prelievi in deroga concessi dopo l’intervento urgente della Provincia per contenere il sempre più preoccupante proliferare dei suini selvatici nell’area urbana del capoluogo e, in particolare, nei quartieri di Piedimonte e Piuma. Il mese scorso il Corpo forestale regionale aveva lanciato un nuovo allarme, parlando di «situazione critica» ed evidenziando come la presenza di questi animali si stia facendo sentire «nel cuore della città di Gorizia».

Da mesi, soprattutto dal tardo pomeriggio e dopo il tramonto, i cinghiali scendono dalla boscaglia per raggiungere, a volte in veri e propri branchi, il parco di Piuma, ma il problema delle scorribande di questi animali tra case e campi coltivati riguarda tutta la fascia collinare goriziana e isontina, passando per Mossa e l’area cormonese.

«Recentemente io stessa, al parco di Piuma, ho visto avvicinarsi a metà pomeriggio una quarantina di esemplari – spiega l’assessore provinciale all’ambiente, Mara Cernic -. Sembrava davvero di essere allo zoo e stiamo parlando di una zona frequentata da molti goriziani, a pochi passi dalle abitazioni. Insomma, è chiaro che si tratta di un problema di sicurezza pubblica. A rischio è l’incolumità dei cittadini nell’area urbana, non soltanto l’integrità degli orti e delle coltivazioni. Tra l’altro, a causa delle incursioni dei cinghiali, il parco di Piuma è praticamente distrutto».

Per questo proprio la Provincia, dopo il via libera dell’Ispra (l’ente nazionale per la protezione ambientale), ha fatto scattare i prelievi in deroga, vale a dire abbattimenti mirati fuori dal calendario venatorio ordinario e con regole diverse, senza limiti per quanto riguarda il numero di esemplari da eliminare. Contestualmente ai prelievi vengono anche effettuate analisi e campionamenti sugli animali abbattuti in modo da tenere sotto controllo la specie dal punto di vista sanitario ed individuare eventuali malattie. Nel complesso l’operazione vede impegnati polizia provinciale, Agenzia regionale per l’ambiente e una trentina di cacciatori: fino ad ora sono stati abbattuti a Gorizia già 16 esemplari.

«Questo intervento in deroga si era reso ormai indispensabile e dobbiamo ringraziare il mondo venatorio locale per la collaborazione – sottolinea l’assessore Cernic -. I primi prelievi in deroga sono scattati nelle riserve di caccia di Piuma e Piedimonte, estendendo poi gli abbattimenti anche a Mossa, San Lorenzo e Medea. I cacciatori in questo caso stanno contribuendo ad offrire un servizio pubblico che va a beneficio dell’intera collettività oltre che dell’equilibrio ambientale. In questo modo riusciamo infatti ad evitare una proliferazione incontrollata dei cinghiali che attualmente nel nostro territorio non avrebbero competitori naturali, ma contribuiamo anche a tutelare la salute della specie grazie alle analisi sugli esemplari abbattutti che hanno permesso fino ad ora di confermare che gli esemplari “nostrani” non sono portatori di malattie».

Quanto all’effetto dei prelievi in deroga, le prime indicazioni sono incoraggianti: «Gli abbattimenti, oltre a contribuire a diminuire il numero degli esemplari, stanno soprattutto avendo un effetto deterrente per le incursioni nelle zone abitate – conferma l’assessore -: nei giorni scorsi abbiamo potuto constatre che a Piuma e Piedimonte i branchi si stanno sempre più ritirando all’interno dell’area boschiva».

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