Caffè Nogaredo, i titolari: «Vendiamo ai cinesi» Il Pordenone club trasloca a Borgomeduna

LA STORIA
C hiude il caffè Nogaredo di via Sclavons e passa in mano ai cinesi. Dopo dieci anni di attività i titolari - Moreno Burlina, 50 anni, e la moglie Silvia Gustapane, 42, di Pordenone – hanno deciso di lasciare la città per cambiare vita e lanciarsi in una nuova avventura imprenditoriale in Val Colvera. Saranno loro a riaprire, per rilanciarlo, lo storico Albergo Alle Alpi di Frisanco, costruito nel 1905: è l’unico albergo del piccolo borgo montano ed è chiuso da un anno e mezzo.
Dal primo marzo l’esercizio pubblico con annessi edicola, tabacchino e ricevitoria sarà rilevato nella gestione da una coppia di cinesi. L’edicola è già chiusa, il bar rimarrà aperto sino a fine mese, gestito dai Burlina. I nuovi titolari sono residenti da anni in Italia, e in Veneto hanno già gestito un’attività commerciale. Gli italiani? «Abbiamo avuto proposte anche da loro, ma nessuno era disposto a lavorare sette giorni su sette: non hanno sollevato problemi per l’importo, ma per gli orari, che sono il punto di forza dell’attività» afferma Gustapane.
Aperto dalle 8 alle 20 dal lunedì al sabato e anche la domenica mattina, il caffè Nogaredo dal 2013 è il punto di riferimento della tifoseria neroverde del Pordenone calcio, essendo i coniugi Burlina i fondatori e i gestori del primo e unico fan club affiliato alla società. «È un piccolo fan club ma molto attivo – sottolinea Gustapane – . Da una decina di iscritti iniziali si è passati alla sessantina attuale. Gli iscritti sono affiatati. Io e mio marito non lo abbandoneremo». Di fatto, col cambio gestione la sede del club si trasferirà al Bar San Quirino in via Montini a Pordenone, nel quartiere di Borgomeduna.
Numerosi, si diceva, i servizi offerti alla clientela, creati dai coniugi Burlina in questi dieci anni. A chi subentrerà nella gestione sarà lasciata «un’attività che va molto bene». «Siamo partiti nel 2009 rilevando l’edicola, nel 2012 s’è realizzato il bar, al posto di un altro negozio – rileva Gustapane – . Abbiamo investito molto in termini economici e in ore di lavoro nell’attività, e tutto questo senza riuscire mai ad accedere ad alcun contributo, di quelli che ora, per esempio, a quaranta metri da noi, il Comune di Pordenone sta dando agli esercenti. Siamo delusi». I coniugi Burlina lasciano Cordenons per la necessità di cambiare ritmi di lavoro, ma anche perché stanchi di una macchina burocratica comunale che a loro dire non ha agevolato le cose. Un esempio? «Il parcheggio di fronte al bar è privato, ma è gestito a disco orario e qualche cliente si è preso anche la multa. Avevamo chiesto al Comune l’autorizzazione a sistemarlo, stiamo ancora aspettando». Da marzo i Burlina cambieranno tipologia e luogo di lavoro, pure l’abitazione, con tanta voglia di rimettersi in gioco. «A Frisanco l’albergo è di proprietà comunale. Sono molto disponibili e interessati ad aiutarci a riaprire un servizio storico che valorizzi questo bellissimo borgo». —
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