Cainero: «Dopo Rio un grande evento con i campioni di ieri e di oggi»

L'uomo dei grandi eventi friulani annuncia la maxi-festa in Friuli con i medagliati delle Olimpiadi. «La nostra è una terra magica che sa preparare i talenti»

UDINE. È rimasto con un filo di voce. Troppe emozioni, troppa la carica di adrenalina che lo ha accompagnato durante Rio 2016. Prima l’argento della nipote Chiara, poi il record di Wayde Van Niekerk, l’atleta sudafricano “nato” sulle piste di Gemona.

Enzo Cainero, l’uomo dei grandi eventi friulani, è rientrato ieri dal Brasile. E si è messo subito al lavoro. Già oggi incontrerà il sindaco Paolo Urbani per programmare i festeggiamenti previsti per il rientro dei sudafricani.

«Ci sarà forse anche Chiara - spera Cainero –, ma molto dipenderà dagli impegni di mia nipote, perchè vuole andare a trovare al più presto suo figlio in Sicilia, e dai meeting che vedranno impegnati gli atleti».

Ma nella sua mente frullano anche altre idee. Una su tutte: l’organizzazione di un grande evento con una parata di stelle, dove sfileranno gli atleti olimpici friulani di Rio 2016 «con l’aggiunta di Elia Viviani, il ciclista medaglia d’oro della prova Omnium, perchè lui – sottolinea Cainero - è un “naturalizzato” friulano essendo il fidanzato della nostra Elena Cecchini», e i medagliati di ieri. «Penso ai fratelli Di Centa – dice –, alla Paruzzi e a molti altri».

Una sorta di ripetizione di quanto già avvenuto sei anni fa al Giovanni da Udine «perchè non possiamo dimenticare che la nostra è una terra magica fatta di grandi campioni, che non devono essere ricordati “solo” per una medaglia. Possono, invece, diventare istruttori dei nostri talenti. Sono valori inestimabili che non possiamo sprecare».

Cainero mette le mani avanti. «Non voglio calpestare i piedi a nessuno – aggiunge –. L’organizzazione spetterebbe al Comitato Olimpico regionale, ma io dò la mia disponibilità».

L’idea, già annunciata al vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello, è nata alcuni giorni fa, dopo l’accoppiata italiana dello skeet Bacosi - Cainero. Un tandem che tutti vorrebbero ritrovare a Tokio 2020. E anche se la meta appare ancora così lontana, lo zio Enzo non ha dubbi.

«Chiara mira a Tokio. E andrà là non per fare la turista, ma per vincere un’altra medaglia. D’altronde – spiega –, questo è uno sport che richiede soprattutto una grande concentrazione. Nella gara maschile ha vinto un iraniano di 54 anni. Quindi possiamo sognare ancora per molti anni. E non ho paura di essere smentito che Bacosi - Cainero possono diventare nello skeet le nuove Trillini e Vezzali che tanto ci hanno fatto gioire nella scherma».

«Il successo di mia nipote nasce da lontano – continua Cainero –. Non è solo questione di talento. Il matrimonio e la maternità le hanno dato una grande spinta. E poi ha alle spalle una famiglia, con mio fratello in testa, che l’hanno sempre supportata fin da quando ha mollato il lavoro per intraprendere la carriera sportiva. Da Atene 2004 Chiara si è sempre mantenuta su grandi livelli. È una delle più forti campionesse italiane e può restare sulla cresta dell’onda per molti anni».

Ma quale è il segreto di questa fucina di medaglie? Perchè nascono in Friuli tanti campioni? E perchè scelgono la nostra terra per allenarsi?

Cainero prende spunto da una delle ultime interviste di Wayde Van Niekerk, l’uomo dei record nei 400 metri, che si allena sulle piste di Gemona: «Perchè questa è una terra accogliente, si sta bene. Dà la possibilità ai campioni di allenarsi, senza distrazioni. A Gemona abbiamo iniziato un progetto tanti anni con l’Università di Udine e l’allora candidato sindaco Urbani. Volevamo far diventare Gemona la cittadina dello sport e del benessere. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare il procuratore di Pistorius, che ora cura anche gli interessi degli altri atleti sudafricani. E da lì è stata un’ascesa verso il successo di questo marchio. Da noi si è allenato, tanto per fare un nome, anche Gatlin, secondo nei 100 metri».

«Wayde – aggiunge – lo conosco da quattro anni, da quando era poco più che maggiorenne. Fin da subito ho capito che poteva entrare nella storia. È un ragazzo con la testa sulle spalle, semplice e sorridente. Durante la conferenza stampa di presentazione degli atleti sudafricani ospiti delle nostre strutture, questa estate, ho fatto notare che quest’uomo poteva fare un grande risultato. E così è stata. Mi ha fatto perdere la voce l’altro giorno. Più di Chiara, perchè sul campo di tiro al volo – sorride – non potevo fiatare».

E ora il progetto va avanti. «Vorremmo allargarlo ad altre strutture – conclude – e soprattutto darlo in mano ai giovani. Oggi si chiama Sportland e vuole diventare la nuova fucina di talenti».

Il Friuli, insomma, vuole confermare di essere ancora una volta la fabbrica di medaglie.

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