Calciatore brasiliano gioca in Slovenia, ma diventa italiano
GORIZIA. Una delle sfaccettature forse meno note del crac che ha investito il Parma calcio porta dritto a Nova Gorica.
La squadra locale, che disputa le gare interne nel moderno impianto che s’affaccia sulla Erjavceva ulica - a un tiro di schioppo dal confine di San Gabriele - è da un paio d’anni affiliata al club ducale, che proprio al confine tra Italia e Slovenia ha mandato una dozzina abbondante di giocatori di sua proprietà.
Anche loro, come i colleghi che fino allo scorso maggio hanno lottato con dignità in serie A, sono rimasti senza stipendio, senza neppure poter immaginare le tinte del proprio futuro.
E tra loro c’è anche Ronaldo Vanin, brasiliano, 32 anni e un nome piuttosto impegnativo, specie se di mestiere fai il difensore. Che, in attesa di capire cosa gli riserverà il destino, ha preso la cittadinanza italiana, diventando, di fatto anche un po’ goriziano: l’esterno difensivo, che da due anni abita proprio nel capoluogo isontino, ha giurato nei giorni scorsi davanti l’assessore Silvana Romano.
Una scelta convinta, che servirà anche a facilitare la ricerca di eventuali ingaggi, «considerando che specie nelle categorie inferiori esistono limiti piuttosto restrittivi per l’acquisizione di calciatori non comunitari», spiega Ronaldo, che a Gorizia vive con la moglie e due splendide bambine, che hanno frequentato proprio le scuole della nostra città.
«Ho ancora un anno di contratto con il Parma, spero che qualcuno lo acquisti - spiega il giocatore -. A gennaio sono stato vicinissimo all’Arezzo, mi sono allenato due settimane con la squadra toscana e anche per questo il Nova Gorica ha rescisso il mio contratto. Poi non se n’è fatto nulla, e sono rimasto senza squadra».
Senza squadra e senza stipendio, e mica da gennaio: «L’ultima busta paga l’ho vista nel febbraio 2014: poi soltanto un acconto di un mese e nulla più», racconta Ronaldo. Che pure nell’estate di due anni fa aveva accolto con entusiasmo la proposta del Parma: «A trent’anni mi avevano proposto un contratto biennale: ero contento, anche se alcune cose mi sfuggivano all’epoca e mi sfuggono ancora oggi».
Il difensore era in forza al Lecce, che al club ducale cede in quel frangente anche i giovani Falco e Chiricò: una maxi-operazione che porta in Emilia anche Ronaldo, che dalle parti del centro sportivo di Collecchio è però solo di passaggio. Finisce al Nova Gorica, allenato dall’ex difensore della Nazionale Luigi Apolloni, assieme a una dozzina di altri ragazzi.
Che, come lui, rimangono ben presto senza stipendio: «Il direttore generale del Parma, Pietro Leonardi, è venuto più volte a Nova Gorica, dopo che avevamo minacciato lo sciopero. Ancora ad aprile dell’anno scorso ci diceva che il Parma era l’unica società senza debiti della serie A, con patrimonio e liquidità certi: poi sappiamo come è andata».
Ronaldo qualche proposta ce l’ha, soprattutto in Lega Pro: «Sono amareggiato soprattutto per la scarsa chiarezza dei dirigenti, che ci hanno nascosto tutto fino all’ultimo giorno: se avessi saputo, avrei certamente lasciato il Parma già la scorsa estate».
Ora c’è un incentivo all’esodo e la firma su una dichiarazione controsiglata dal curatore fallimentare, con cui rinuncia all’80 per cento di quanto gli sarebbe spettato per questi due anni di contratto».
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