Caldo, igiene, cibi, personale «Problemi in casa di riposo»

PRADAMANO
Dalle restrizioni alle visite parentali a situazioni diversificate di disagio che vanno da casi singoli a questioni generali. Il Covid ha certamente rivoluzionato anche la vita all’interno delle case di riposo, ma la situazione della Muner de Giudici di Lovaria preoccupa da tempo diversi parenti degli anziani ospiti che, dopo un anno di timori, attraverso il “Comitato parenti Fondazione Emilia Muner De Giudici Odv” hanno inviato una lettera alla direttrice della struttura di Lovaria, Tiziana Titon, alla presidente Cristina Nazzi e al sindaco di Pradamano, Enrico Mossenta, con la quale mettono in luce una serie di problemi e chiedono chiarezza sulla situazione.
«Attraverso questa lettera – spiega la vicepresidente del Comitato parenti, Giovanna Modonutti – vogliamo segnalare alcuni problemi e ottenere risposte. Non si tratta di puntare il dito contro alcuna delle persone che lavorano nella struttura, non vogliamo trovare un colpevole, ma una soluzione. In sostanza, vogliamo certezze sulla qualità di vita dei nostri cari».
Nella lettera i parenti elencano una serie di criticità come «il mancato adeguamento dell’abbigliamento alle condizioni climatiche per mancanza di “cambio di stagione”», casi in cui «le condizioni igieniche fossero carenti» e «carrozzine talvolta sporche», ma anche problemi legati alle pietanze. E ancora «il condizionamento delle stanze comuni attivato in ritardo», problemi legati alle visite con tempi ridotti e contingentati, salvo il fatto che «ci è concesso portare fuori dalla struttura i nostri cari senza restrizioni, ma con le difficoltà del periodo, dovute alla calura, e considerando le condizioni fisiche in cui si trovano». Infine il personale: «Siamo a conoscenza di pensionamenti, di trasferimenti ad altre strutture, di dimissioni e quindi ci chiediamo se il turnover del personale o la carenza di organico abbia inciso negativamente sulla qualità del servizio erogato».
In attesa di una risposta dalla struttura, intanto è il sindaco Mossenta a chiarire alcuni punti: «Da un confronto con la direttrice Titon abbiamo riscontrato che se da un lato ci sono stati ritardi come nel cambio di vestiario ed errori ai quali stanno lavorando, per quanto riguarda le visite alla Muner sono stata avviate prima di molte altre strutture. È vero che ci sono restrizioni rispetto al passato, ma si tratta di direttive che la struttura riceve dal ministero, così come per l’uso dell’aria condizionata, consentita solo nelle aree comuni. A questo si è purtroppo sommato un ritardo dovuto ai lavori di efficientamento».
Infine, rassicura, «sul personale non ci sono stati tagli, è lo stesso che c’era prima della pandemia. Comunque, per chiarire la situazione di ripartenza, prossimamente sarà organizzata una riunione all’aperto per spiegare come sono state aggiornate le regole e come, di conseguenza, è cambiata la vita all’interno di tutte le case di riposo». —
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