Cambio al vertice degli uffici regionali
UDINE. Ha ormai le ore contate l’attuale macchina regionale. Dopo il parere positivo della competente commissione, la giunta guidata da Debora Serracchiani si prepara ad approvare oggi in via definitiva il regolamento di organizzazione dell’amministrazione regionale e contestualmente a nominare i nuovi (in parte) direttori centrali. Dodici in tutto, vale a dire due in meno rispetto alla passata legislatura.
Ben otto (sempre in meno) sul fronte dei vicedirettori, letteralmente falciati dall’esecutivo che intende ridurli dagli attuali 13 a soli 4. Unico segno più, nel nuovo organigramma, quello della direzione regionale, che l’esecutivo Serracchiani ha deciso di reinserire dopo che cinque anni fa l’aveva abolita Renzo Tondo.
Con quali compiti dirà il regolamento pronto oggi al via libera, mentre bisognerà attendere ancora per conoscere il nome dell’alto funzionario chiamato a ricoprire il ruolo da 180 mila euro l’anno (al massimo). Voci di corridoio parlano di Roberto Finardi, attuale segretario generale del Comune di Ferrara, o in alternativa di un alto funzionario pescato dal ministero del Tesoro o dalla Corte dei conti.
La presidente non ha ancora sciolto le riserve e dunque per la nomina del nuovo dg bisognerà aspettare. L’attesa sarà invece sciolta oggi per quanto concerne i direttori centrali che come detto saranno in tutto 11 tra conferme, spostamenti e nomine ex novo. Per certo è dato il nome di Guglielmo Berlasso alla guida della protezione civile regionale, così come quelli di Daniele Bertuzzi al segretariato generale e Anna Del Bianco alla direzione centrale cultura, sport e solidarietà.
Indiscrezioni parlano di una conferma di Ettore Volpe (oggi incaricato della funzione) all’avvocatura della Regione o in alternativa di Magda Uliana, pure lei avvocato, attuale direttore dell’Erdisu. I maggiori giri di valzer riguarderanno le direzioni centrali, destinate nella quasi totalità a un cambio al vertice. Il futuro ragioniere generale dovrebbe essere Paolo Viola, oggi direttore generale di Insiel, mentre Antonella Manca, attuale numero uno della direzione finanze, dovrebbe passare alla guida di funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme. Ambiente ed energia dovrebbero andare a un funzionario di esperienza qual è Dario Danese, attuale direttore delle infrastrutture, pronto a passare il testimone della direzione alla Uliana, che nel toto-direttori è tirata in ballo su più fronti.
La maxi direzione attività produttive-risorse agricole dovrebbe essere guidata da Franco Milan, quella lavoro e istruzione da Ruggero Cortellino, mentre alla direzione salute va Adriano Marcolongo, nome ormai certo essendo già stato nominato dalla presidente Serracchiani.
I vice saranno solo 4 e andranno rispettivamente due alla direzione di Bolzonello – dovrebbero essere Francesco Miniussi e Lucio Chiarelli rispettivamente vice dell’agricoltura e delle attività produttive –, uno all’ambiente e uno al settore finanziario e politiche comunitarie.
«L’entrata in vigore del regolamento è fissata per la fine del mese prossimo – spiega l’assessore alla funzione pubblica, Paolo Panontin –, nel frattempo procederemo con le nomine dei direttori centrali e dei vicedirettori di servizio, così che la macchina possa prendere formalmente avvio con il 30 di settembre».
Il via libera in giunta al documento è previsto per oggi così come la nomina dei direttori da parte della presidente. Seguiranno – già la prossima settimana – la raccolta delle dichiarazioni di titolarità e rispetto dei criteri previsti per l’incarico, quindi la delibera di nomina vera e propria da parte dell’assessore Panontin che si dice soddisfatto della riorganizzazione. Per ragioni economiche sì – il taglio del 13% tra paghe e premi assieme alla riduzione del numero di direttori e vicedirettori comporterà infatti un significativo risparmio per le casse pubbliche –, ma ancor prima organizzative.
«Crediamo che questa riorganizzazione complessiva sia funzionale al buon esercizio della struttura», afferma l’ex sindaco di Azzano X, che sulla necessità di reinserire la figura del direttore generale non ha dubbi: «La macchina non andava e questo – conclude Panontin – è un dato di fatto, fuor di polemica. Non andava perché il sistema orizzontale dei direttori centrali creava un meccanismo di difesa del fortino e di scarsa collegialità che l’inserimento di una figura apicale dovrebbe consentirci di superare».
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