Campo di mais Ogm distrutto, caso chiuso per 45 indagati. Fidenato: «Sono esterrefatto»

PORDENONE. Correva l’anno 2014, per la precisione era il 24 giugno, quando decine di attivisti calarono a Vivaro per manifestare. Alcuni, in tuta bianca e maschere sul volto, distrussero il campo di mais coltivato a Ogm dall’agronomo di Arba Giorgio Fidenato mentre altri li attendevano alle auto.

Tre testimoni assistettero al blitz. Sei anni dopo l’indagine della polizia, a carico di 45 soggetti residenti nelle province di Trieste, Vicenza, Verona, Padova, Lecco, Treviso, Cuneo, Venezia, si è chiusa con un’archiviazione. Così ha disposto il gip Rodolfo Piccin. L’imprenditore agricolo, assistito dall’avvocato Giovanni Martorana, si era opposto due volte alla chiusura del caso.

La Questura di Pordenone, il 20 febbraio 2017, ha ritenuto di aver individuato i partecipanti alla distruzione del campo. Gli investigatori si sono concentrati sui soggetti noti per il loro attivismo in materia di Ogm che erano stati fotografati lungo le strade e ai caselli autostradali il 24 giugno, in prossimità del luogo e dell’orario del delitto.

Il pm ha chiesto una prima volta l’archiviazione, osservando che il danneggiamento è pacifico, ma non era possibile provare il coinvolgimento degli indagati. Non c’è stato un riconoscimento fotografico degli autori, non è stata fatta una verifica sulle utenze agganciate alle celle telefoniche.

Il pm ha inoltre osservato che non era possibile distinguere fra chi aveva manifestato pacificamente e chi invece aveva distrutto il campo. Uno dei testimoni ha riconosciuto l’ex consigliere regionale Alessandro Metz, ma non ha precisato se fosse uscito dal campo o fosse vicino alle auto.

Il 23 aprile Fidenato si è opposto all’archiviazione. Il giudice ha disposto un’indagine integrativa, chiedendo ai testimoni se fossero in grado di riconoscere gli autori del danneggiamento: hanno però risposto di non essere in grado. Fidenato si è nuovamente opposto all’archiviazione.

Il gip Piccin ha osservato come non sia possibile attribuire le condotte illecite a taluno dei partecipanti, ma solo provare la presenza di qualcuno di loro sul luogo e al momento del blitz.

Fidenato si è dichiarato «esterrefatto» e ha osservato come gli attivisti siano stati fotografati e individuati dalla polizia e che i testimoni si sono presi «sputi e improperi» dagli autori del blitz, i quali «restano impuniti».—



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